L’autore di un cruciverba pubblicato sul quotidiano vallesano Le Nouvelliste e il responsabile della sua diffusione, nell’ambito di un mandato esterno, sono comparsi martedì davanti al tribunale distrettuale di Sion. Devono rispondere di diffamazione nei confronti dell’UDC del Vallese romando.
Nella rubrica “verticalement” del 18 novembre 2023, al numero 1 orizzontale i lettori dovevano rispondere alla seguente definizione: “Banca svizzera che ha finanziato multinazionali agroalimentari implicate nella deforestazione illegale dell’Amazzonia” e all’1 verticale “partito politico svizzero razzista, xenofobo, omofobo, anti-femminista, anti-ecologista, anti-poveri, nazionalista”. La risposta voluta: UDC.
Questa seconda descrizione non è piaciuta ai democentristi locali, che hanno chiesto e ottenuto le scuse (anche pubbliche) del giornale. Il 24 novembre 2023, l’UDC ha comunque sporto querela contro l’autore del cruciverba. Il partito ha presentato un’altra denuncia penale contro il responsabile del mandato il 27 gennaio 2024.
«Cerco sempre di non diffamare»
“Ho fatto una critica ai partiti politici che hanno un ruolo nella politica svizzera e non alle persone fisiche”, ha sottolineato davanti alla Corte l’autore del cruciverba. “Ho scritto queste definizioni dopo una ricerca approfondita basandomi su fonti affidabili. Cerco sempre di non diffamare. Per quanto riguarda l’UDC, mi sono ispirato ai loro discorsi, ai loro programmi e alle loro campagne elettorali”, ha detto. “Come cittadino e artista, utilizzo un mezzo creativo per affermare i miei punti di vista rispetto ai contesti sociali e politici che ci circondano. Questo cruciverba era un modo per allertare l’opinione pubblica su queste problematiche”, ha aggiunto l’imputato.
“Ho lasciato piena libertà a tutti gli autori degli articoli pubblicati. Non vedo perché avrei dovuto censurarli. Per quanto riguarda l’UDC, la definizione del cruciverba mirava al partito e non necessariamente a tutti i suoi membri”, ha aggiunto dal canto suo il responsabile del mandato.
Legali di grido
A rendere il caso ancora più interessante, la scelta dei legali che si fronteggiano in aula: l’UDC ha optato per un membro del partito, il consigliere nazionale Jean-Luc Addor, mentre gli imputati sono rappresentati da Pierre Chiffelle, ex consigliere di Stato socialista vodese. Come ricorda RTS, quando gli imputati erano stati ascoltati in udienza in gennaio, Chiffelle non aveva stretto la mano ad Addor, che nel 2020 era stato condannato in via definitiva per discriminazione razziale.
“Non si può dire che gli imputati non abbiano agito con coscienza e volontà. Questo cruciverba è un veicolo di opinioni politiche da parte di militanti politici”, ha sottolineato Addor in aula. “Qui si tratta di difendere l’onore dell’UDC del Vallese romando come persona giuridica. Il razzismo e l’omofobia non sono accuse qualsiasi. Ci sono limiti alla libertà di espressione e alla libertà artistica”, ha aggiunto l’avvocato.
“La situazione è surreale”, ha stimato al contrario Pierre Chiffelle. “L’UDC fa la parte dell’offeso di fronte a una creazione artistica diffusa e presentata come tale. Solo l’UDC non ha capito l’approccio degli artisti. Novartis, UBS o Syngenta (ndr: anch’esse citate) non hanno presentato denuncia”. E Pierre Chiffelle ha ricordato che l’aggressività e l’eccesso fanno parte dello stile di discorso del principale partito svizzero.
I due imputati rischiano una pena di 30 aliquote giornaliere sospese, oltre a una multa di 300 franchi. Il verdetto sarà reso noto in seguito ma il legale della difesa già prevede che il caso - comunque vada - arriverà un giorno al Tribunale federale.







