Il divieto delle adozioni internazionali preconizzato dal Governo va quindi ridiscusso. È questa la posizione del Parlamento federale, dopo il voto odierno degli Stati, che hanno accolto una mozione in materia già votata dal Nazionale. Alla stessa, tuttavia, la Camera dei cantoni ha apportato alcune modifiche, con la richiesta al Governo di porre in consultazione una revisione che includa due varianti: una prima, corrispondente al divieto deciso dall’Esecutivo, e una seconda che preveda una riduzione dei Paesi interessati e una riforma organizzativa.
La decisione del Consiglio federale, annunciata a fine gennaio, aveva da subito innescato reazioni negative nei partiti e nella società. Alcune delle voci più forti sono arrivate dal Ticino: come commentano ora la posizione espressa sul dossier dalle Camere? L’associazione Il Ponte “vive positivamente questa opportunità”, ha dichiarato ai microfoni di SEIDISERA la sua presidente Gabriella Rossini. “Sicuramente - aggiunge - abbiamo l’impressione che si apra una porta che possa portare ad un cambio di rotta del Consiglio federale” in modo da “instaurare una riflessione, ma soprattutto una più sicura regolamentazione: forse scegliendo anche i Paesi adottanti più sicuri, coinvolgendo Cantoni, gli intermediari”.
“Grande soddisfazione” è quindi espressa da Tristana Martinetti del Gruppo adozione e famiglie Svizzera, perché ambedue i rami del Parlamento “hanno ascoltato quello che è stato l’accorato appello delle famiglie divenute tali grazie all’adozione”. “Ovviamente rimane un pochino di amarezza per il fatto che l’ipotesi, l’opzione del divieto rimanga ancora possibile”, precisa però la rappresentante di quest’associazione nata proprio a seguito delle intenzioni dell’Esecutivo federale.
Intanto, va considerato, molte persone restano sempre nell’attesa e nell’incertezza. La decisione del Governo “ha portato molto scompiglio”, osserva in proposito Rossini, sottolineando che “il dolore è anche in chi forse è in attesa di un’adozione”, vivendo una speranza “che ha tempi lunghi”, che “è sempre accesa” ma che potrebbe anche spegnersi. L’impressione, quindi, è che l’orientamento del Governo abbia “creato una grande frustrazione”.
Proprio “questa sofferenza, questo senso d’ingiustizia”, come pure il pensiero rivolto a “famiglie che si accingono a iniziare l’iter” hanno dato l’impulso a costituire il Gruppo adozione e famiglie, commenta Martinetti, sottolineando l’immedesimazione nella sofferenza e incertezza di queste famiglie. Ora l’associazione continuerà a impegnarsi “con la stessa volontà che ci ha caratterizzato in questi mesi”, in modo da “portare delle soluzioni attuabili e concrete”, in funzione soprattutto di “una richiesta di armonizzazione del sistema delle procedure”.









