Il Consiglio federale vuole sostenere le persone sovraindebitate. L’idea è che possano fare tabula rasa dopo tre anni, a patto che queste persone sopravvivano con il minimo vitale e cedano il resto del reddito ai creditori. Il progetto, però, non fa l’unanimità. All’interno della Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N) la destra si oppone. Il consigliere nazionale Philippe Nantermod (PLR-VS) è riuscito a convincere i colleghi di commissione a ritoccare il progetto del Governo, portando il termine a cinque anni. Secondo Nantermod, in questo modo i creditori possono sperare di ottenere 20’000 franchi in più.
Per la sinistra, invece, non è una buona soluzione. Secondo Christian Dandrès (PS-GE), le persone sovraindebitate devono avere la possibilità di schiacciare il tasto “reset”, altrimenti non si libereranno più della situazione in cui si trovano. E mentre l’UDC boccia il progetto in toto, a fungere da ago della bilancia potrebbe essere ancora una volta l’alleanza del Centro.
Diversi parlamentri del centro sostengono il passaggio da tre a cinque anni, come il ginevrino Vincent Maitre (Centro-GE), che si batte affinché i piccoli creditori non siano troppo penalizzati.
Aumentano le persone in difficoltà
Nel frattempo il progetto fa discutere anche al di fuori di Palazzo federale. L’associazione Schuldenberatung Schweiz, che riunisce le organizzazioni che si occupano di consulenza in caso di debiti, si è infatti espressa contro la modifica proposta dalla Commissione indicando che cinque anni sono troppi.
Nel 2023 6’170 economie domestiche hanno chiesto aiuto a un servizio specializzato, 1’000 in più rispetto all’anno precedente e il debito medio ammontava a 61’459 franchi. La prima causa di indebitamento erano le tasse seguite dai premi di cassa malati.
“Le ristrettezze economiche pesano sulle relazioni sociali”
Anche secondo Simona Bernasconi, direttrice dell’associazione ticinese SOS Debiti, cinque anni sarebbero troppi: “È chiedere veramente molto, perché bisogna pensare che non si tratta semplicemente di vivere in ristrettezze economiche, ma la mancanza di denaro coinvolge parecchi aspetti della vita privata di una persona”. A farne le spese sono principalmente le relazioni sociali: “Senza soldi non si può andare a mangiare fuori con i propri figli, non si può portarli al parco perché ci vogliono i mezzi pubblici o la benzina”, sottolinea Bernasconi. “Inoltre anche l’aspetto medico viene toccato, perché senza soldi ci si prende meno cura di sé stessi”.
L’aumento delle persone indebitate viene registrato anche in Ticino: “Qualche anno fa avevano 200 chiamate all’anno. Lo scorso erano 500”. Bernasconi indica che le cause sono sempre le stesse: cassa malati estremamente cara, le imposte e gli affitti, nonché situazioni personali come un divorzio, come pure la perdita del lavoro o la difficoltà a trovarne uno. Senza dimenticarsi anche di un’eventuale malattia. “Ultimamente abbiamo riscontrato la presenza di più concause. I casi diventano sempre più complessi”.