Svizzera

Anziani al volante, più vulnerabili ma non più pericolosi

Secondo le statistiche sono piuttosto i giovani inesperti a causare incidenti - Dopo una certa età l’esigenza di un test ma anche la possibilità di frequentare corsi ad hoc

  • 15 settembre, 06:51

SEIDISERA del 14.09.2024 La diretta di Monica Fornasier

RSI Info 14.09.2024, 19:01

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Di: SEIDISERA/pon 

Il caso dell’80enne che sabato ha investito un gruppo di bambini all’ingresso di un centro sportivo ginevrino, dopo aver superato una barriera, una rampa e una spianata alla ricerca dell’ingresso di un Park & Ride, ha riproposto il tema degli anziani al volante. La vecchiaia o una malattia senile possono rendere più difficile la guida, secondo l’Ufficio prevenzione e infortuni, ma le statistiche dicono che sono piuttosto i giovani, “meno esperti alla guida o magari qualche volta anche più spericolati”, a causare il maggior numero di incidenti, ha affermato Massimo Gonnella del Touring Club Svizzero a SEIDISERA di sabato.

Quando gli incidenti capitano, gli anziani sono piuttosto un rischio per sé stessi, perché più vulnerabili. In media - sempre secondo l’UPI - ne muoiono 87 all’anno. Ogni 1’000 anziani coinvolti in incidenti, si contano 30 decessi, mentre nella categoria di età fra i 25 e i 44 anni solo 7.

Chi si tiene al passo con i tempi

Il TCS propone da una quindicina di anni dei corsi pensati per gli anziani, corsi che sono ben frequentati. “In genere si tratta di gente che ha fatto l’esame di guida parecchi anni e vuole aggiornarsi sui cambiamenti di legge riguardanti la circolazione stradale”, ha spiegato ancora Gonnella. “L’altro aspetto è che la tecnologia avanza, le macchine hanno più gadget e aiuti alla guida. Chi non ha grande familiarità con questi strumenti può imparare come servirsene e rendere più sicura la propria guida”.

Cosa dice la legge

Questi corsi non sono obbligatori, anche se in alcuni cantoni, come Vaud, vengono consigliati dai Servizi della circolazione. In tutta la Svizzera, però, la legge esige un controllo medico ogni 2 anni a partire dai 75 anni. Il limite era posto a 70 fino al 2019, quando è stato innalzato. Questi test, secondo l’UPI, non hanno dimostrato un effetto positivo sulle statistiche degli incidenti. L’ufficio propone un proprio metodo di autovalutazione.

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