Svizzera

Asilo: economie per quasi 700 milioni di franchi

Le prevede un pacchetto di misure disposte dal Consiglio federale per ridurre i costi nel settore: fra gli obiettivi anche l’aumento del tasso d’occupazione dei rifugiati dall’Ucraina

  • 8 maggio, 15:00
  • 8 maggio, 23:55
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I risparmi saranno praticabili anche attraverso una maggiore integrazione professionale dei rifugiati dall'Ucraina

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Di: ATS

Un pacchetto di misure volte a ridurre i costi nel settore dell’asilo. Lo ha disposto il Consiglio federale nella sua seduta di oggi, mercoledì, con l’obiettivo di economizzare circa 700 milioni di franchi entro il 2028.

Negli ultimi anni l’elevato numero di domande di asilo e di protezione ha determinato un aumento delle spese nel settore. I risparmi in programma, precisa un comunicato diffuso nel primo pomeriggio, saranno praticabili grazie alla riduzione delle pendenze, alla velocizzazione delle procedure e all’aumento del tasso d’occupazione delle persone provenienti dall’Ucraina.

Circa le domande d’asilo il Governo si prefigge di ridurre da circa 14’000 a 5’800, entro la fine del 2026, il numero di quelle pendenti in prima istanza. L’Esecutivo si attende quindi consistenti risparmi grazie ad una maggiore integrazione professionale, in particolare delle persone che beneficiano di uno statuto di protezione S.

Statuto S: le misure per aumentare il tasso d’impiego

Alla fine di aprile erano circa 65’000 in Svizzera le persone provenienti dall’Ucraina titolari di statuto S. Anche se tale statuto è orientato al rientro in patria, osserva il Governo, è necessario elevare entro la fine dell’anno al 40% la quota d’impiego, in modo da sgravare l’assistenza sociale.

Per promuovere l’iscrizione agli Uffici regionali di collocamento (URC), finora effettuata da pochi, le autorità cantonali di assistenza sociale vengono quindi invitate ad annunciare al servizio pubblico di collocamento le persone con statuto S in grado di inserirsi nel mercato del lavoro.

Inoltre, per rafforzare la collaborazione con il mondo delle imprese, il DFGP ha incaricato Adrian Gerber, capo della sezione Integrazione presso la SEM, di mediare tra le autorità amministrative e il mondo imprenditoriale e convincere le aziende a sostenere l’integrazione dei titolari di statuto S. Nel corso dell’anno le imprese avranno inoltre la possibilità di accedere a una piattaforma di offerte di lavoro gestita dal Politecnico di Zurigo (ETHZ) e dall’Università di Losanna (UNIL) e orientata alle specifiche necessità dei rifugiati.

Il Governo punta anche a migliorare il riconoscimento di diplomi, che spesso è vincolato a qualifiche aggiuntive per le quali gli interessati necessitano solitamente di supporto. A tal fine verranno sostenuti specifici progetti pilota.

Il DFGP è stato infine incaricato di valutare altre misure e, in particolare se eventuali incentivi circa il termine di partenza, una volta terminato lo statuto di protezione S, possano potenziare l’integrazione professionale dei rifugiati dall’Ucraina.

Migrazione: Consiglio federale annuncia risparmi per 700 milioni

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