Il Consiglio federale è favorevole all'introduzione della certificazione antimafia. Lo ha reso noto venerdì, rispondendo all’atto parlamentare del consigliere nazionale Marco Romano. La proposta chiedeva di verificare la possibile introduzione del documento anche negli appalti pubblici svizzeri a cui partecipano imprese frontaliere.
Il crimine organizzato può costituire un rischio anche nel nostro territorio e per questo motivo il consiglio federale reputa opportuno procedere con la verifica della compatibilità del documento italiano con le procedure e le norme svizzere. La certificazione, che verrebbe richiesta alle aziende partecipanti o beneficianti di subappalti con sede principale in Italia, attesterebbe l’assenza di misure di sorveglianza speciale, di divieti o obblighi di soggiorno e soprattutto di condanne o sentenze per reati mafiosi.
Tuttavia, per procedere con le verifiche necessarie, dopo il nullaosta del Consiglio Federale, bisognerà attendere il sì del Consiglio Nazionale (che può anche essere tacito, senza voto, nel caso in cui nessun deputato vi si opponga).