Un tribunale ginevrino ha condannato a cinque anni di carcere, come richiesto dall'accusa il 23 gennaio, l'ex gestore patrimoniale del Credit Suisse a processo per truffa, amministrazione infedele e falsificazione di documenti.
Il 54enne imputato è stato riconosciuto colpevole di aver stornato complessivamente 143 milioni di franchi, trasferendoli da conti di clienti verso quelli di altri, russi in particolare, ai quali non voleva confessare le perdite causate con le sue operazioni. Nel contempo, si era arricchito personalmente appropriandosi di 30 milioni. Fra le persone danneggiate, spicca la figura dell'ex premier georgiano Bidzina Ivanishvili.
Per la banca, l'uomo aveva agito in violazione sia delle prescrizioni interne che del diritto elvetico, premurandosi di nascondere il suo operato illecito agli occhi dell'istituto sull'arco di otto anni fino all'arresto nel 2016 (da allora è in carcere). Nei suoi confronti non è stato pronunciato alcun divieto di lavorare in futuro in ambito bancario. Gli sono però stati sequestrati beni per 22 milioni.
pon/Reuters