Svizzera

Cure di lunga durata sotto pressione

La crisi del personale grava sul settore che, entro il 2040, necessiterà di 35’000 effettivi in più

  • 23 febbraio, 18:53
  • 23 febbraio, 19:45

Sanità da potenziare, dicono SUPSI e UNIA

SEIDISERA 23.02.2024, 18:39

  • Keystone
Di: ATS/LP

Continua l’emorragia di personale nelle cure di lunga durata, i cui effettivi versano in grave crisi. Stando a uno studio della SUPSI e di UNIA, sono quasi quattrocento gli infermieri che ogni mese lasciano la professione per colpa della pressione e dello stress lavorativo. Un dato che preoccupa ancora maggiormente se confrontato con la demografia svizzera che, entro il 2040, vedrà un aumento delle persone con più di 80 anni di quasi il 90%. Per soddisfare la domanda di cure saranno necessari 35’000 posti di lavoro in più nel settore. La ricerca, presentata venerdì a Berna, è iniziata nel 2021 ed ha coinvolto 26 dipendenti di diverse case di cura, tra cui 22 donne.

Stando allo studio, a sovraccaricare principalmente il settore è l’attuale sistema di finanziamento, che costringe al razionamento delle risorse. All’atto pratico, al personale curante manca il tempo per il lavoro relazionale: parte essenziale del percorso curativo. L’intensificazione del lavoro, riferisce il testo, conduce all’esaurimento emotivo e psicologico dei dipendenti. Una circostanza che, oltre a spingere il personale a lasciare il lavoro, danneggia anche il rapporto con i pazienti.

Un’assistenza di qualità è molto più che tenere in vita un corpo

Un partecipante allo studio

“Purtroppo quello che registriamo sui luoghi di lavoro è che la situazione non solo non è migliorata, ma si è acuita”, conferma a questo riguardo Enrico Borelli del sindacato UNIA. “Il miglioramento delle condizioni di lavoro - continua Borelli - è assolutamente necessario anche per favorire una qualità delle cure, oggi pesantemente minacciata”.

Migliorare le condizioni di lavoro

Per risolvere il problema, attualmente sul tavolo vi sono tre risposte. Ricorrere alla manodopera straniera in Svizzera, puntare sulla formazione ed investire sulla tecnologia. Misure sicuramente utili ma, a detta del professore Nicolas Pons-Vignon della SUPSI, insufficienti.

I lavoratori d’oltre confine continueranno a svolgere un ruolo importante, questa non è una soluzione a lungo termine. La formazione è certamente necessaria per soddisfare le crescenti esigenze, ma non è sufficiente, perché le nuove leve abbandonano la professione in massa. Infine, i robot non fanno risparmiare manodopera perché richiedono molta manutenzione.

Le condizioni di lavoro devono quindi essere migliorate per ridurre l’esodo del personale. È inoltre necessario fornire agli anziani servizi più accessibili, ad esempio sotto forma di aiuto domestico o di alloggi protetti, per ritardare la necessità di trasferirsi in case di riposo. Alla luce delle tendenze demografiche, sono inoltre indispensabili maggiori risorse finanziarie.

Dibattito sociale

Se nulla cambierà, UNIA avverte che saranno i familiari a essere messi alla prova, con effetti negativi sulla loro situazione professionale e sulla loro salute. “Il nostro auspicio è che la voce, la sensibilità anche del personale, possa essere debitamente considerata in questo dibattito”, confida Borelli. Per questo è in corso di elaborazione un “Manifesto per cure e assistenza di qualità”. Ad agosto è prevista anche una conferenza.

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