L’immunità del consigliere nazionale argoviese dell’UDC Andreas Glarner deve essere revocata nell’ambito della vicenda del “deepfake” realizzato ai danni della collega dei Verdi Sibel Arslan. La pensa così la competente commissione del Nazionale (Cdl-N), con 5 voti a 1 e 3 astensioni. La commissione dell’immunità ha invece espresso parere contrario sulla revoca (6 voti a 3) per quanto riguarda le esternazioni sui social media dell’argoviese contro l’Islam.
Un passo indietro: il 16 ottobre dello scorso anno, sui suoi profili X e Instagram, Glarner aveva postato un video generato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (deepfake) intitolato “Se Sibel Arslan fosse sincera”. Nel video si vedeva la parlamentare pronunciare falsi slogan politici, contrari alle sue reali convinzioni. In particolare Arslan - di origine curda - parlava di “criminali turchi” e incoraggiava a votare UDC, ricorda la commissione in una nota odierna.
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Quel che ha fatto propendere la Cdl-N per la revoca è che, nel caso in questione, l’interesse della vittima e la gravità dell’atto prevalgono sulla libertà di espressione nel contesto di campagne elettorale. Oltretutto, “questo tipo di atti pregiudica seriamente il buon funzionamento del Parlamento e il fatto di tollerarlo spianerebbe la strada ad altri atti simili nelle prossime elezioni”.
Va pure sottolineato che è la prima volta che la Cdl-N è chiamata a pronunciarsi sull’uso di “deepfake” nell’ambito delle campagne elettorali ed è anche il primo caso di una potenziale usurpazione d’identità, reato introdotto nel 2023 nel Codice penale.
Verso un probabile procedimento penale
Arslan aveva sporto denuncia e il 20 febbraio scorso e il Ministero pubblico di Muri-Bremgarten, nel Canton Berna, aveva chiesto l’autorizzazione a condurre un procedimento penale contro Glarner proprio per il sospetto di usurpazione d’identità e possibili delitti contro l’onore.
La Commissione giuridica del Consiglio degli Stati deve ancora esprimere il proprio parere. Se dovesse a sua volta revocare l’immunità, potrà essere aperto un procedimento penale contro Glarner.
Il video ha già occupato i tribunali di Basilea: nel novembre 2023, il Tribunale civile di Basilea Città ha condannato Andreas Glarner a pagare a Sibel Arslan quasi 4’000 franchi per violazione della personalità.
Esternazioni anti-Islam sui social: “Mantenere l’immunità”
La Cdl-N ha invece espresso un parere opposto su un’altra vicenda che vede al centro Glarner: i suoi propositi contro l’Islam pubblicati sui social media. Nel novembre scorso la commissione aveva deciso di entrare nel merito della richiesta della procura del Canton Berna di revocare la sua immunità per sospetta discriminazione e sospetto incitamento all’odio. Alla luce del parere opposto della CAG-S, ha riesaminato la questione, cambiando opinione e allineandosi a quest’ultima.
Per la Cdl-N l’importanza della libertà di opinione non deve impedire il dibattito politico e nel caso specifico i propositi pubblicati dal democentrista riguardano temi di società e fanno parte del lavoro politico dei parlamentari. Secondo la Cdl-N, quando i membri dell’Assemblea federale si rivolgono al pubblico con tali contenuti, si deve comunque partire dal presupposto che lo facciano in qualità di membri del Parlamento, poiché è a questa funzione che il pubblico li associa.
Il post incriminato di Glarner affermava: “Non dovremmo forse lentamente fermare una religione i cui membri enfatizzano le loro richieste di velo, diritti speciali, califfati, minareti, richiami alla preghiera, tribunali della Sharia, ecc. con attentati esplosivi e attacchi a cittadini innocenti?”. Aveva accompagnato il messaggio con l’hashtag “#stopall’islam”.

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Notiziario 02.05.2025, 16:00
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