“Non sono consigli da indirizzare a noi ma a chi è responsabile per la sicurezza della rete e per la manutenzione dei carri”. È questa la sostanza della risposta che l’Agenzia dell’Unione europea per le ferrovie, interpellata dalla RSI, dà al SISI.
Il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza, che ha indagato il grave incidente ferroviario del 2023 nel tunnel ferroviario del San Gottardo, ha parlato nel suo recente rapporto finale di un “problema sistemico”. Un carro era deragliato a causa della rottura di una ruota surriscaldata e quindi crepatasi. All’origine della temperatura eccessiva c’erano però i freni, gli stessi freni montati sul 95% dei treni merci che circolano in Svizzera. Ruote crepate sono peraltro state rilevate in Europa in un’ottantina di casi dal 2019.
Nel suo rapporto finale il SISI formula quattro raccomandazioni, tre delle quali indirizzate all’ERA, l’Agenzia dell’Unione europea per le ferrovie: l’aumento del diametro minimo delle ruote, nuove prescrizioni per la manutenzione dei carri e la sua frequenza e infine l’avvio di uno studio sugli impianti frenanti. Sollecitata dalla RSI, l’ERA prende esplicitamente posizione sullo sulla manutenzione e ci scrive: “Secondo l’ERA le raccomandazioni formulate in merito all’estensione delle misure di controllo del rischio e alla modifica degli intervalli di manutenzione si rivolgono a soggetti con responsabilità dirette nell’esercizio e nella manutenzione”.
Per il resto l’ERA rimanda studi approfonditi già effettuati, le cui raccomandazioni, ancora una volta, sono rivolte ai responsabili della manutenzione e agli enti nazionali per la sicurezza. Più in generale dice: “Il mandato ERA non si estende fino a interferire con le imprese ferroviarie e i responsabili della manutenzione su questioni operative specifiche che rientrano esclusivamente nelle loro responsabilità dirette. Dal nostro punto di vista, la supervisione o la visione d’insieme appropriata spetta alle autorità nazionali per la sicurezza e agli enti di certificazione”. E qui va ricordato che la manutenzione dei carri spetta ai proprietari.
Sul piano politico si sono recentemente attivati i consiglieri nazionali Bruno Storni (PS) e Simone Gianini (PLR). Non hanno lo stesso approccio, il primo punta sulle assicurazioni obbligatorie per i proprietari dei carri, il secondo sul divieto di un certo tipo di freni. La loro reazione è però simile. “È una risposta che mi stupisce un po’”, dice Storni. “Un po’ sorprende e soprattutto preoccupa”, rincara Gianini.
Per Storni occorre anche far pressione sull’Europa per colmare dei vuoti giuridici nel frattempo creatisi. E in questo senso un postulato è appena stato approvato. “I proprietari di carri - ricorda Storni - hanno delle condizioni che hanno definito loro. Una convenzione parallela alla norma europea”. Gianini si spinge oltre: “Potremmo addirittura limitare l’introduzione sul nostro suolo nazionale di materiale pericoloso, così come potremmo introdurre dei migliori controlli alla frontiera”.
L’Ufficio federale dei trasporti ha intanto convocato una tavola rotonda con FFS Cargo e BLS Cargo prevista nei prossimi giorni.
- La risposta complete alle domande formulate dalla RSI.pdf
https://cook.cue.rsi.ch/rsi/info/svizzera/71k11h-La-risposta-complete-alle-domande-formulate-dalla-RSI.pdf/download/La+risposta+complete+alle+domande+formulate+dalla+RSI.pdf