Svizzera

Dopo Chiesa spunta solo Dettling

Il contadino svittese è il candidato, finora, unico per la successione alla presidenza dell’UDC - Ecco perché altri non si sono fatti avanti

  • 19.01.2024, 20:03
  • 19.01.2024, 20:03
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UDC, successione di Chiesa

SEIDISERA 19.01.2024, 18:36

  • Keystone
Di: SEIDISERA/RSI Info 

Dal terreno lasciato libero da Marco Chiesa spunta un solo nome: il vice-presidente dell’UDC Marcel Dettling. Scadeva venerdì il termine per le sezioni cantonali democentriste di segnalare alla “commissione cerca” possibili candidati per la posizione di presidente nazionale, dopo la partenza annunciata del ticinese.

“Il candidato è uno solo - spiega Anna Riva, corrispondente da Berna della RSI -. Non uno qualunque, certo. Parliamo di Marcel Dettling, consigliere nazionale svittese, 42 anni, forte di una vittoria, quella del partito alle scorse elezioni federali, che può decisamente definire in buona parte anche sua, essendo stato il responsabile della campagna. Il contadino e padre di tre bambini era già sulla bocca di tutti quattro anni fa, al momento di individuare il successore dell’allora presidente Albert Rösti”.

Dopo il corteggiamento corale, lui allora aveva risposto picche. Oggi invece si registra il suo ritorno in solitaria. Segno che il ruolo impegnativo di presidente spaventa? “Piuttosto sono intimoriti da Dettling stesso. Chi potrebbe voler affrontare un confronto con un deputato già integrato al meglio nelle strutture direttive dell’UDC e già in parte volto di questa UDC? Nessuno. O meglio, forse qualcuno c’è. Si mormora infatti che eventuali candidature potrebbero ancora essere rese note nei prossimi giorni”.

A tal proposito circola il nome della deputata ginevrina Céline Amaudruz: “La sua sarebbe - spiega ancora Riva - una candidatura di peso firmata Romandia, regione dalla quale dal 22 ottobre in Parlamento siedono quattro consiglieri nazionali in più. Una latina che succederebbe al latino Chiesa, cose viste di rado in casa UDC. Per il resto, si registra solo una serie di rinunce e di “no, grazie” più o meno illustri”.

Nomi a parte, ci si interroga anche su quale sarebbero le sfide per il successore di Chiesa.  “Qual è davvero il ruolo del presidente dell’UDC? Quanto è lui davvero a trainare e dunque quanto davvero conta il nome del futuro leader? Una domanda che è stata posta di continuo sotto la presidenza di Chiesa. Ebbene, l’impressione - perlomeno in questa fase storica - è che l’UDC, oggi in buono stato, tenda in parte ad autogovernarsi”. Molto importante, continua la corrispondente da Berna, “è il comitato direttivo, composto oggi oltre che da Chiesa da pesi massimi come il capogruppo Thomas Aeschi o la deputata Magdalena Martullo-Blocher. Sono dunque le strutture stesse del partito a renderlo funzionante indipendentemente dal presidente in carica”.

In ogni caso, chi succederà a Chiesa verrà eletto il 23 marzo. Fino ad allora, di impossibile c’è ben poco. 

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