Dopo anni di ritardi e malfunzionamenti, il Dipartimento federale della difesa (DDPS) sta valutando per la prima volta l’annullamento del progetto di acquisto dei tanto discussi droni israeliani, gli ADS-15. Lo ha dichiarato oggi (venerdì) a SRF il capo degli armamenti Urs Loher, sottolineando che si è giunti “a un punto in cui ci si chiede se la famosa ultima goccia abbia fatto traboccare il vaso”.
Droni israeliani in forse
Telegiornale 04.07.2025, 20:00
Questa “ultima goccia” riguarda il sistema di atterraggio automatico che l’azienda Elbit avrebbe dovuto consegnare già nel settembre scorso. Il termine era stato prorogato due volte, a gennaio e al 30 giugno, ma non è stato rispettato.
Ora sul tavolo rimangono ancora altre due opzioni: proseguire il progetto alle condizioni attuali – ipotesi giudicata poco realistica – oppure completarlo rinunciando a funzionalità ritenute inizialmente essenziali.
Un progetto che doveva concludersi sei anni fa
Il progetto era stato approvato dal Parlamento nel 2015 per un importo di 250 milioni di franchi e comprende sei droni da ricognizione non armati, più componenti a terra, simulatori e logistica. Il suo completamento era previsto per il 2019, ma è stato poi posticipato al 2026. Attualmente cinque velivoli sono già arrivati in Svizzera, ma non soddisfano ancora i requisiti minimi. I costi totali sono nel frattempo saliti a 298 milioni.
Oltre ai problemi relativi all’impianto d’atterraggio, anche il sistema “Detect and Avoid” (Detecta ed evita, DDA), sviluppato dalla Ruag, non è ancora operativo. Questo permetterebbe ai droni di decollare autonomamente, in qualsiasi momento e senza accompagnamento.
In caso di annullamento, ha detto Loher, Elbit “presenterà sicuramente delle controdeduzioni”, con il rischio di un contenzioso legale dall’esito incerto.