Oltre 20’000 lavoratori edili svizzeri si sono espressi a favore dello sciopero, hanno comunicato giovedì i sindacati UNIA e SYNA. Mentre si discute il nuovo contratto nazionale mantello (CCNL), la questione degli orari di lavoro continua a dividere.
“I lavoratori edili sono allo stremo. Devono garantire fino a nove ore di lavoro al giorno, senza contare gli straordinari”, ha dichiarato in un comunicato Nico Lutz, capo negoziatore e membro del comitato direttivo di UNIA. I primi giorni di protesta cominceranno già la prossima settimana: lunedì saranno gli edili ticinesi a incrociare le braccia.
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I sindacati chiedono in particolare la fine dei tempi di spostamento non retribuiti fino al cantiere, una pausa mattutina retribuita e giornate lavorative più brevi. Condizioni che sarebbero state respinte dalla Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC), secondo UNIA e SYNA.
Benché un muratore su due abbandoni la professione, la SSIC i si oppone a orari di lavoro compatibili con la vita privata, è l’accusa lanciata dai sindacati. Se i datori di lavoro continueranno quindi a non voler trovare una soluzione negoziale alla crisi del personale, nel 2026 si prospetta poi uno sciopero nazionale del settore, avvertono i sindacati. “I lavoratori non sono disposti ad accettare né un protrarsi degli attuali problemi né un ulteriore peggioramento delle loro condizioni”, ha dichiarato, citato nel comunicato, Michele Aversa, coresponsabile dell’edilizia presso SYNA.
Ben diversa, come detto, la posizione degli impresari costruttori, che vorrebbero invece inserire una serie di punti che la controparte ritiene peggioramenti sostanziali: fino a 50 ore alla settimana, quasi il doppio delle ore supplementari con una retribuzione inferiore, lavoro su chiamata, abolizione del supplemento salariale generale del 25% per il lavoro il sabato e licenziamento facilitato degli over 55.
Il Contratto nazionale di lavoro regola le condizioni di circa 80’000 lavoratori ed è in scadenza alla fine dell’anno.
Quasi un mese di mobilitazioni
I primi giorni di protesta cominceranno lunedì prossimo, con i lavoratori edili ticinesi che incroceranno le braccia. Il 31 ottobre sarà poi la volta di Berna, il 3 e 4 novembre di tutta la Svizzera romanda, il 7 novembre della Svizzera nordoccidentale e il 14 novembre di Zurigo e di altre regioni della Svizzera tedesca.

Notiziario
Notiziario 16.10.2025, 11:00
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L'edilizia alle prese con la carenza di manodopera
Il Quotidiano 30.07.2025, 19:00