Svizzera

Elezioni federali, come funzionano

Seggi in palio, meccanismi, sistemi elettorali, ripartizione delle poltrone fra cantoni: una piccola guida per saperne di più

  • 3 ottobre 2023, 06:00
  • 5 ottobre 2023, 11:56
Il Ticino ha diritto a due consiglieri agli Stati e otto deputati al Nazionale

Il Ticino ha diritto a due consiglieri agli Stati e otto deputati al Nazionale

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Di: pon 

Duecento consiglieri nazionali e 46 consiglieri agli Stati comporranno il Parlamento che uscirà dalle urne il 22 ottobre e che resterà in carica per il prossimo quadriennio. Anche se dei secondi solo 44 saranno eletti in quella data. Appenzello Interno ha infatti designato il suo unico rappresentante alla Camera alta già nella Landsgemeinde di fine aprile, quando è stato confermato l'esponente del Centro Daniel Fässler. In Obvaldo invece l'elezione di Erich Ettlin-Barth (pure del Centro) è tacita in assenza di rivali.

Le forze in campo

In occasione delle ultime elezioni nel 2019, per il Consiglio nazionale l'UDC fu il primo partito con il 25,59% dei voti, davanti al PS (16,84%), al PLR (15,11%), ai Verdi (13,20%) e al PPD (11,38%). Quest'ultimo si è poi unito nel 2020 al PBD (2,44% nel 2019) e ha cambiato il suo nome in "il Centro". Infine, i Verdi liberali avevano raggiunto il 7,80%. Nel panorama relativamente stabile della politica elvetica, restano queste le principali forze in campo anche nell'appuntamento elettorale di quest'anno.

Più indietro si erano piazzati Partito del lavoro (1,05%), UDF (1%) e tutta una serie di formazioni minori sul piano nazionale ma magari significative in un singolo cantone: come è il caso della Lega che in Ticino valeva il 16,9%, dato che si traduceva in uno 0,75% a livello federale.

La somma di 26 elezioni cantonali

Non sono però questi numeri a definire l'effettivo peso delle formazioni politiche nei due rami del Parlamento. Proprio l'esempio della Lega, che a Berna portò il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, è utile a ricordare un aspetto fondamentale: a determinare gli eletti non sono le medie nazionali ma i numeri nei singoli cantoni.

Sono questi ultimi a organizzare lo scrutinio, dall'invio del materiale elettorale allo spoglio, e la composizione del Parlamento è la somma degli eletti nelle 26 circoscrizioni. Così una formazione forte localmente e assente altrove può ritrovarsi catapultata con uno o più rappresentanti sotto la cupola di Palazzo.

Perché Zurigo guadagna un seggio

La ripartizione delle poltrone fra i 26 cantoni è semplice e stabile per quanto riguarda il Consiglio degli Stati: sono due a testa con l'eccezione dei due Appenzello, di Basilea Città e Campagna, di Obvaldo e di Nidvaldo, che ne hanno uno ciascuno.

Le cose si complicano un poco per il Nazionale, dove i seggi sono attribuiti in proporzione alla popolazione e sono quindi soggetti a variazioni, a dipendenza dell'evoluzione della forza demografica del singolo cantone. In questa tornata Zurigo eleggerà più deputati di tutti, 36, uno in più che nel 2019. A perdere un rappresentante è Basilea Città, che scende a 4. La variazione è stata determinata dalla situazione a fine 2020.

In ordine di dimensioni, hanno poi 24 rappresentanti Berna, 19 Vaud, 16 Argovia, 12 Ginevra e San Gallo, 9 Lucerna e così via fino ai sei che hanno un solo seggio da occupare (ogni cantone ha diritto ad almeno un posto).

La distribuzione fra i cantoni dei 200 seggi del Consiglio nazionale

La distribuzione fra i cantoni dei 200 seggi del Consiglio nazionale

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I Grigioni ne hanno 5, il Ticino conferma gli 8 di cui dispone dal 1971, ma la competizione elettorale a sud delle Alpi potrebbe farsi più aspra in futuro. La popolazione ticinese infatti diminuisce, mentre quella svizzera cresce. Secondo uno studio datato 2021 dell'Osservatorio della vita politica regionale basato all'Università di Losanna, i deputati del cantone torneranno ad essere 7 nel 2035 e - stando a due dei tre scenari elaborati - scenderanno addirrittura a 6 nel 2051, come alla nascita dello Stato federale nel 1848. Il peso politico del Ticino, e di riflesso quello della parte italofona della popolazione svizzera, calerebbe di conseguenza.

Il sistema elettorale

La composizione delle due Camere del Parlamento svizzero non è determinata attraverso un unico sistema elettorale. Anzi, la Costituzione federale e la Legge sui diritti politici dettano le regole del gioco unicamente per il Consiglio nazionale, prescrivendo il proporzionale per i Cantoni con più seggi da attribuire (ogni partito propone la propria lista) e il maggioritario per quelli con uno solo: qui agli elettori è sottoposta una scheda bianca o con i nomi dei candidati registrati. Il più votato vince. Le norme federali dicono pure che possono candidarsi e quindi essere eletti tutti i cittadini svizzeri di almeno 18 anni compiuti e non sottoposti a curatela. Non ci sono limiti al numero di mandati.

Sono 200 le poltrone da assegnare nella sala del Consiglio nazionale

Sono 200 le poltrone da assegnare nella sala del Consiglio nazionale

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Per quanto riguarda il Consiglio degli Stati, invece, le modalità di elezione sono regolate dal diritto cantonale. A prevalere è il sistema maggioritario, scelto da quasi tutti i cantoni, Ticino e Grigioni compresi, di regola con un primo turno in cui è richiesta la maggioranza assoluta mentre al ballottaggio basta quella relativa. Giura e Neuchâtel sono gli unici ad aver optato per il proporzionale. Come ricordato all'inizio di questo articolo, Appenzello Interno ricorre invece alla Landsgemeinde.

I consiglieri agli Stati sono quasi tutti eletti con il sistema maggioritario

I consiglieri agli Stati sono quasi tutti eletti con il sistema maggioritario

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Tutti hanno in comune il mandato quadriennale e l'eleggibilità a partire dalla maggiore età. Glarona fissa però un limite di età massimo a 65 anni, dopodiché i suoi rappresentanti devono lasciare l'incarico, mentre il Giura prevede un tetto massimo di mandati consecutivi.

Cosa comporta il maggioritario

Per effetto del maggioritario per la Camera alta i ribaltoni non sono esclusi - si pensi al caso ticinese del 2019, con l'uscita del PLR e del PPD a vantaggio della socialista Marina Carobbio Guscetti e del democentrista Marco Chiesa - ma in generale la necessità di raccogliere voti anche al di fuori del proprio schieramento favorisce le formazioni su posizioni meno estreme.

È così che nel Consiglio degli Stati eletto il 20 ottobre 2019 il partito più rappresentato non era l'UDC, ma il PPD con 13 poltrone su 46: una proporzione del 28% a fronte di una forza elettorale di poco più dell'11%. Seguivano il PLR con 12 mandati, il PS con 9 e - solo quarti - i democentristi con 6, appena uno in più dei Verdi.

La "personalizzazione" tipica del maggioritario significa anche, in caso di dimissioni o decesso di un consigliere agli Stati, che si rende necessaria un'elezione suppletiva, non essendoci liste e quindi subentranti a disposizione. È stato il caso quest'anno per esempio del canton San Gallo, dove si è dimesso dopo 36 anni a Berna l'ex presidente dell'Unione sindacale svizzera Paul Rechsteiner. Si è andati alle urne e il suo posto è stato occupato da Esther Friedli dell'UDC, la quale ha sopravanzato la socialista Barbara Gysi ma a ottobre dovrà rimettere in gioco la sua poltrona. Il PS aveva già perso allo stesso modo nel 2021 la poltrona di Christian Levrat a Friburgo, sostituito da Isabelle Chassot. In corso di legislatura, così, il Centro è salito a 14 seggi, i democentristi nell'emiciclo sono saliti a 7 e i socialisti sono scesi a 7.

Seggio vacante, non ci sarà l'elezione suppletiva

Il Quotidiano 06.04.2023, 19:00

Poi addirittura a 6 negli ultimi mesi. "Colpa" del Ticino, dove la già citata Marina Carobbio Guscetti è entrata in Governo in aprile e ha quindi dovuto lasciare la poltrona a Berna. Il seggio è rimasto temporaneamente vacante per decisione del Consiglio di Stato, che non ha ritenuto opportuno convocare alle urne il popolo due volte in più (primo turno e ballottaggio) per eleggere una persona per un'unica sessione parlamentare. Nel Giura, che come detto ha il proporzionale, c'era invece una subentrante pronta (Mathilde Crevoisier Crelier) per Elisabeth Baume-Schneider, eletta in Consiglio federale.

L'effetto congiunzioni

Nel meccanismo che porterà alla designazione dei futuri parlamentari, infine, non va sottovalutato l'effetto delle congiunzioni, e ci riferiamo qui alla Camera del popolo anche se possono essere accompagnate da promesse di sostegno reciproco pure per gli Stati, in particolare al momento del ballottaggio. Le congiunzioni furono determinanti, secondo i calcoli del TagesAnzeiger, per l'assegnazione di 12 seggi su 200 nel 2019. Ad approfittarne furono in particolare i Verdi liberali.

E visto che, come detto, le Federali sono la somma di 26 elezioni cantonali, da un cantone all'altro le scelte dei partiti possono divergere. A dettarle non sono solo la vicinanza politica, ma anche specificità cantonali e questioni tattiche.

Le congiunzioni di liste in vista delle Federali

SEIDISERA 09.05.2023, 18:23

Quel che funziona in un cantone può non dare frutti in un altro. L'alleanza fra PLR e Centro viene così riproposta quest'anno nei Grigioni, ma non in Ticino dove nel 2019 non venne digerita dagli elettori (i liberali-radicali calarono di oltre tre punti percentuali, i popolari-democratici di quasi due). E sempre nei Grigioni, si guardava con interesse alla scelta dei Verdi liberali, rimasti infine fedeli all'Alleanza per il clima con PS e Verdi, dopo essere stati tentati dall'area borghese a cui sono vicini in altri cantoni.

A livello nazionale i vertici dell'UDC hanno spinto per associarsi "a tappeto" con il PLR, dopo che i democentristi avevano perso vari seggi quattro anni fa a causa di mancate congiunzioni. In alcuni cantoni il matrimonio è andato in porto e il più importante è a Zurigo, malgrado forti resistenze: i delegati del PLR avevano dovuto votare tre volte e dopo due pareggi il "sì" l'aveva spuntata di un solo voto in giugno. La questione non riguarda il Ticino, dove l'UDC va a braccetto con la Lega.

Il Centro ha puntato invece sulla strategia rivelatasi vincente quattro anni fa, che guarda a evangelici e Verdi liberali. I tre partiti insieme ottennero così 8 seggi in più di quanto avrebbero conquistato da soli. A sinistra ci saranno infine congiunzioni fra socialisti ed ecologisti.

Delle 618 liste presentate a livello nazionale, solo 25 non hanno operato una congiunzione. In totale ne sono state annunciate 81 (contro le 80 di quattro anni fa), mentre a livello di sottoliste si è saliti da 108 a 118.

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