Svizzera

F-35: l’ex capo del Controllo delle finanze denuncia i rischi ignorati

L’ex alto funzionario Michel Huissoud intervistato da RTS: “Rischio sminuito, decisione affrettata” - Per acquistare i caccia statunitensi forse si spenderà un miliardo in più

  • Ieri, 22:21
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Michel Huissoud in una fotografia del 2022

  • Keystone
Di: Intervista televisiva di Philippe Revaz (RTS)/Adattamento in italiano: ludoC 

Il contratto d’acquisto degli F-35 fa discutere, soprattutto dopo la notizie che potrebbero costare un miliardo in più a causa di spese aggiuntive. Per Michel Huissoud, ex capo del Controllo federale delle finanze (CDF), questo sforamento era prevedibile: nessun prezzo fisso era stato garantito, sostiene intervistato dal programma della RTS 19h30, denunciando anche che il rischio era stato sminuito e parlando di una decisione politica affrettata.

Il prezzo annunciato di 6 miliardi di franchi per l’acquisto degli F-35 statunitensi sembra quidni che non potrà essere rispettato, come rivelato da SRF la settimana scorsa. Il costo aggiuntivo potrebbe raggiungere 1,3-1,5 miliardi. Due fonti confidenziali all’interno dell’amministrazione federale confermano che nessun prezzo fisso è stato concordato con gli Stati Uniti, contrariamente a quanto ancora afferma il Consiglio federale.

“Un’occasione persa”

Michel Huissoud, ex capo del Controllo federale delle finanze (CDF), torna su questo dossier che conosce bene. Nel 2022, aveva già lanciato l’allarme. “Personalmente, mi rattrista un po’. Penso che sia un peccato, anche come contribuente, è un’occasione persa”, spiega ai colleghi della RTS.

All’epoca, i suoi collaboratori del CDF avevano esaminato attentamente i documenti. “Due giuristi sono andati a esaminare tutti i contratti, le condizioni generali, la corrispondenza, i pareri che erano stati dati. Non hanno potuto fare copie, ma hanno preso appunti, e sono arrivati alle conclusioni che sono nel rapporto.” La loro constatazione? Nulla garantiva un prezzo fisso.

Mentre altri esperti giuridici e l’ambasciata americana affermano il contrario, Michel Huissoud rimane scettico: “Gli altri pareri legali, non li ho visti. Non sono stati pubblicati. Quindi non possiamo farci nulla. Quanto all’ambasciatore, è gentile, ma non sono sicuro che possa impegnare contrattualmente gli Stati Uniti.”

Buona fede?

Si può ammettere che la Svizzera sia stata in buona fede in questa faccenda? “Volevamo soprattutto crederci, credo”, risponde l’ex capo del CDF. E secondo lui, anche i politici hanno la loro parte di responsabilità. “Le due commissioni di sicurezza pubblica, la commissione di gestione del Nazionale e la delegazione delle finanze sono state informate del rischio. Ma non hanno voluto approfondire il problema”.

E ognuno si rimbalzava la responsabilità: “Era il gioco della patata bollente”, continua. “La commissione di gestione diceva che questa questione del prezzo era di competenza della commissione delle finanze e della delegazione delle finanze, mentre nel suo rapporto, la delegazione delle finanze diceva il contrario.”

Per l’ex alto funzionario, la scelta di acquistare questi aerei si inseriva in un contesto politico teso, con un’iniziativa popolare che aveva più di 120’000 firme sullo sfondo. Firmare rapidamente era quindi anche un modo per neutralizzare questa iniziativa, prosegue.

Come pensa che la questione sarà risolta? “Non sono nella testa dei decisori. E i decisori, è anche molto divertente, sono tutti partiti”, conclude, non senza ironia.

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