Svizzera

Fattoria degli orrori a Ramiswil, oltre 100 cani soppressi

Intervento delle autorità in un allevamento nel Canton Soletta. La veterinaria cantonale: “Situazione degenerata rapidamente, non c’erano alternative” – Salvi i cavalli presenti

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RG 12.30 del 10.11.2025 - Il servizio di Giulio Rezzonico

RSI Info 10.11.2025, 12:31

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Di: Radiogiornale-Giulio Rezzonico/dielle 

L’ufficio del veterinario cantonale del Canton Soletta, con l’ausilio della polizia, è intervenuto giovedì e venerdì scorsi per sgomberare quella che è stata definita la “Fattoria degli orrori” di Ramiswil. Sul posto sono stati trovati decine di cavalli e più di 100 cani, molti dei quali versavano in condizioni critiche.

“Durante l’ultimo controllo le misure imposte erano state rispettate dal proprietario. Di recente, però, la situazione è degenerata molto rapidamente”, ha spiegato ai microfoni di SRF la veterinaria cantonale Chantal Ritter. “Nella maggior parte dei casi le misure vengono rispettate. I proprietari riescono più o meno a gestire la situazione, ma a un certo punto non ce la fanno più e allora tutto sfugge di mano”, ha aggiunto.

Purtroppo, per oltre 100 cani non c’è stato nulla da fare. “Ho visto personalmente i cani, erano in condizioni tali per cui non era più possibile curarli e farli tornare in salute”, ha dichiarato Ritter, sottolineando come non ci fossero alternative alla soppressione.

Sorte migliore è toccata ai cavalli e ad alcuni cani sopravvissuti, che sono stati confiscati e trasferiti in un luogo sicuro dove riceveranno le cure necessarie e saranno monitorati.

Le autorità hanno aperto un procedimento penale contro il proprietario dell’azienda agricola per violazione della legge sulla protezione degli animali.

L’intervento ha avuto un forte impatto emotivo sia sulla comunità che sugli addetti ai lavori, compresa la stessa veterinaria cantonale: “È una situazione molto pesante perché io e il mio team siamo dalla parte della protezione degli animali. Il peso emotivo dopo questa faccenda rimane e spero davvero di non dover mai più vivere qualcosa di simile”.

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