Pierre Maudet, Consigliere di Stato di Ginevra ed ex sindaco della città, avrebbe beneficiato di donazioni da parte di contribuenti fittizi per finanziare la sua ultima campagna elettorale.
Nel 2023 Maudet era infatti stato rieletto nell’Esecutivo ginevrino, un clamoroso ritorno per il politico, dopo che nel 2020 era finito in disgrazia, costretto a dimettersi dal Governo cantonale e allontanato dal suo partito, il PLR, a causa di una serie di scandali. A questi si aggiunge una condanna per aver accettato vantaggi finanziari indebiti, come un viaggio ad Abu Dhabi pagato dalla famiglia reale.
Per finanziare la sua campagna elettorale era stata istituita “l’Associazione di sostegno all’azione politica di Pierre Maudet”, la quale, con l’aiuto di 225 donatori, aveva raccolto oltre 327’000 franchi, per un sostegno finanziario medio di 1’400 franchi. La rosa dei donatori era ampia e varia, si andava da banchieri privati a fan del politico, da compagni di viaggio e membri di partito a sostenitori occasionali. Tra di essi anche lo stesso Pierre Maudet, il quale si era autofinanziato con 8’750 franchi, e il suo movimento stesso, Libertés e Justice sociale, che lo aveva appoggiato con 10’600 fanrchi.
Facendo scorrere attentamente i nomi dei benefattori però, i giornalisti di RTS hanno notato diverse stranezze. In primo luogo, è risaltato il nome di una giudice della Corte penale, politicamente lontana da Maudet, di cui risulta un versamento di 5’000 franchi, che lei nega di aver effettuato.
In aggiunta altre incongruenze hanno sorpreso i cronisti svizzerofrancesi, come i nomi di quattro personaggi ginevrini illustri del XIX secolo, i quali avrebbero contribuito alla campagna di Maudet con oltre 15’000 franchi: Adrien Lachenal (ex consigliere federale), Robert Céard (ex procuratore generale ginevrino), James Fazy (considerato il padre della Ginevra moderna) e Antoine Carteret (ex consigliere di Stato del Canton Ginevra). Questi potrebbero essere degli omonimi contemporanei, ma i primi tre non risultano nei registri dell’Ufficio cantonale della popolazione, mentre un Antorine Carteret non è più domiciliato nel Cantone. Si potrebbe trattare anche di donazioni anonime, ma le leggi cantonali non le ammettono, come anche quelle sotto falso nome.
I responsabili dell’associazione sostengono di aver rispettato le regole. “Al di sotto dei 10’000 franchi, i pagamenti effettuati presso gli uffici postali non sono soggetti a controlli di identità”, ha spiegato ad RTS il tesoriere dell’associazione Francisco Taboada. Ma quello che risulta dall’analisi dei cronisti di RTS non coincide con le loro dichiarazioni. I soldi si potevano restituire, anche perché vi è un obbligo legale di versare a opere caritative le donazioni contestate e il cui rimborso non è possibile. Pierre Maudet, sollecitato più volte, ha rinviato all’associazione.