Un controprogetto indiretto sarà proposto come alternativa all’Iniziativa sui fuochi d’artificio, con l’obiettivo in particolare di vietare i petardi. Lo ha deciso oggi, giovedì, con 97 voti contro 85 (sette astenuti), il Consiglio nazionale. Gli Stati devono ancora esprimersi.
L’iniziativa popolare “Per una limitazione dei fuochi d’artificio” presentata nel novembre 2023 chiede una maggiore protezione di persone, animali e ambiente dal rumore e dalle emissioni a essi legati. Nello specifico, intende vietarne la vendita e l’uso ai privati, tranne per quelli che non causano frastuono, come bengala o vulcani. Prevede alcune eccezioni per i grandi eventi sovraregionali, come le celebrazioni del 1° agosto, sulla base di deroghe concesse dai Cantoni.
Malgrado lo scetticismo nei confronti di questo testo, per rispondere alle preoccupazioni della popolazione la Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Nazionale (CSEC-N) ha proposto un controprogetto indiretto più flessibile, che mira, con una modifica a livello di legge, a ridurre al minimo gli effetti nocivi dei fuochi.
“Secondo un recente sondaggio, circa due svizzeri su tre approverebbero l’iniziativa”, ha motivato la scelta di redigere un compromesso la relatrice Regina Durrer-Knobel (Centro/NW). Il controprogetto rinuncia a un divieto generalizzato, ma, fra le altre cose, proibisce i fuochi d’artificio destinati esclusivamente a produrre uno scoppio senza effetti luminosi, vedasi i petardi. UDC e PLR si opponevano anche a questa proposta, giudicando che si spingesse a sua volta troppo oltre.





