Una scissione netta destra-sinistra nella politica federale sul modo di affrontare la vertenza relativa ai dazi imposti, o in parte fino al 9 luglio minacciati, da parte degli Stati Uniti. Nella prima parte della mattinata odierna (mercoledì) al centro dell’attenzione del Consiglio Nazionale c’erano infatti le relazioni commerciali internazionali e soprattutto i dazi statunitensi. Sono state discusse cinque interpellanze, con lo scopo di stimolare il Governo a valutare diverse forme di intervento.
“La politica di Trump è quella di un bullo a ricreazione, fatta di minacce continue. E la Svizzera cosa fa? Dice di sì a tutto, in nome del dio soldo”, ha commentato ad esempio il socialista Samuel Bendahan.
Per la destra è però comunque sbagliato agire d’impulso: “Reazioni populiste e affrettate vanno evitate, sarebbero solo dannose, è come spararsi in un piede”, ha sostenuto da parte sua il liberale-radicale Beat Walti, rispondendo a chi chiedeva un intervento energico nei confronti della Casa Bianca.
“Servono partner affidabili” – “USA non un semplice partner commerciale”
Il botta e risposta è poi proseguito con la verde Sophie Michaud Gigon: “Il Consiglio federale sostiene che le nostre relazioni commerciali devono avere delle basi solide con partner affidabili. Mi sembra che qui tutto sia invece poco chiaro”.
“Gli Stati Uniti non sono un semplice partner commerciale – le ha risposto il democentrista Franz Grüter – bensì il secondo mercato d’esportazione per la Confederazione. Dobbiamo agire in modo costruttivo pensando al futuro dell’industria elvetica”.
Parmelin: “Preoccupati, difenderemo gli interessi svizzeri”
Come proseguire nei rapporti commerciali con Washington resta comunque compito del Governo e, da parte sua il consigliere federale Guy Parmelin, a capo del dipartimento dell’economia, si è detto “preoccupato per le ripercussioni economiche che i dazi statunitensi possono avere, tuttavia stiamo parlando di un partner commerciale che è e resterà molto importante. Il Consiglio federale continuerà comunque a difendere, in modo pragmatico, gli interessi della Svizzera”.
Per il Governo, ha ricordato Parmelin, l’obbiettivo è tornare alla situazione precedente alla vertenza sui dazi.
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