Svizzera

I miliziani svizzeri rischiano il carcere

Le persone con passaporto elvetico che si arruolano con organizzazioni straniere e combattono guerre all'estero sono puniti con una pena di tre anni

  • 24.01.2014, 16:47
  • Oggi, 09:41
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  • REUTERS

Dieci svizzeri combattono in Siria. È quanto stima il Servizio delle attività informative della Confederazione. Ve ne sarebbero poi altri che si schierano coi guerriglieri etnici o politici oppure di altra fede religiosa. Ma è legale? Se no, in che reati incorrono queste persone?

Dietro le sbarre

L’articolo 94 del codice penale militare punisce i cittadini svizzeri che prestano servizio all’estero senza autorizzazione del Consiglio federale, evidenzia Folco Galli dell'Ufficio federale di giustizia. Si parte da una multa e si va ai tre anni di carcere. Dall’inizio della Seconda Guerra mondiale, il Governo non ha più rilasciato autorizzazioni per mercenari, dunque tutti gli svizzeri che hanno imbracciato il fucile fuori dai confini nazionali, lo hanno fatto violando la legge.

Nessuna inchiesta

Non fa differenza se i mercenari sono ufficiali dell’esercito o meno. La pena viene invece ridotta se il combattente ha una doppia cittadinanza (svizzera ed estera) e non è prevista se risiede nel paese dove c'è la guerra oppure se è uno straniero, ci spiega Tobias Kühne , portavoce della Giustizia penale militare. Quest'ultimo precisa che attualmente non ci sono inchieste in corso per cittadini svizzeri che guerreggiano in Siria. Oltre al diretto interessato è punibile, fino a tre anni, anche chi lo arruola. In tempo di guerra può essere pronunciata una pena detentiva.

Se sono terroristi

Se c’è attività terroristica interviene il Ministero pubblico della Confederazione (MPC). Quest’ultimo è competente anche per le persone che fanno guerriglia, ma non fanno parte di un’organizzazione che abbia una struttura militare. I miliziani islamici potrebbero essere considerati come casi di "presunta partecipazione rispettivamente sostegno ad un’organizzazione criminale" ci spiega Jeanette Balmer , portavoce della Procura federale. Ciò in termini generali, anche se ogni caso verrà esaminato separatamente. Il MPC per ora non ha aperto incarti.

Da.Pa.

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