Sono tanti, i tesori di Vallorbe, tra cui almeno uno legato a una leggenda. Il primo a deliziare i nostri occhi è quello delle grotte dell’Orbe. Sono qui da 15 milioni di anni, ma sono state scoperte solo nel 1893 e aperte al pubblico nel 1974. È stato proprio il passare del tempo – spiega Ernest, guida volontaria - a scolpirle e a creare queste forme magiche. “Per avere queste formazioni – stalattiti, stalagmiti, fistole - ci vogliono delle foreste sopra le grotte in modo che l’acqua che attraversa il terreno raccolga acidità. Attraversando la roccia, l’acqua la scioglie e porta con sé del carbonato di calcio. Quando arriva qui, l’acqua evapora, il carbonato di calcio si indurisce e questo fa crescere le concrezioni di 2 – 4 centimetri ogni 100 anni.”
Poco lontano, ci sono le grotte delle fate, ma non presentano le spettacoli stalattiti e stalagmiti che vediamo qui. “Nelle grotte delle fate hanno abitato gli uomini di Neanderthal, sono state ritrovate ossa umane e anche ossa di orso: alcune di queste sono in mostra qui. Sono accessibili solo in piena estate o in inverno, quando non c’è troppa pioggia, perché sono grotte che vengono facilmente inondate”, dice Ernest.
Le grotte di questa zona sono legate a diverse leggende: dall’adolescente che entra nella grotta e all’uscita è diventato adulto, all’alchimista dell’undicesimo secolo che celebrava riti esoterici per saldare legami fraterni tra cavalieri. “La storia più popolare è quella del signor Donat, che era il fabbro del Paese ed era molto curioso. Gli abitanti del villaggio dicevano che nelle grotte c’erano delle fate, ma che non volevano essere disturbate. Lui però è andato alle grotte, si è addormentato e al risveglio ha visto una fata che gli ha offerto delle monete in cambio del suo silenzio. Lui ha taciuto per un po’, ma poi ha raccontato quello che aveva visto. Come prova ha voluto mostrare il tesoro, ma quando ha messo le mani in tasca ne ha tirato fuori solo delle foglie secche, perché non aveva mantenuto la parola”, racconta Ernest.
Le fate sono state più generose in seguito e, dal 1992, le grotte dell’Orbe hanno un’altra ala. Queste grotte artificiali ospitano il tesoro delle fate, così prezioso da essere stato – qualche anno fa – al centro di un piccolo giallo. “È stato sette – otto anni fa, per questo ora abbiamo la videosorveglianza, che una volta non c’era. Hanno rubato circa 30 pezzi e perché non ci si accorgesse che mancavano delle pietre avevano spostato le altre in modo che non si notasse lo spazio vuoto. Noi però avevamo le foto delle vetrine e quindi ci siamo accorti abbastanza in fretta che qualcosa mancava e anche cosa. Per un po’ di tempo sono anche andato su internet per capire se qualcuno stesse vendendo le pietre, ma non ho trovato nulla: non le abbiamo mai recuperate”.
La collezione è composta da oltre 200 minerali provenienti da ogni parte del globo, alcune rare, alcune preziose, tutte bellissime. Le fate, però, dovevano anche essere golose. Hanno infatti ispirato un casaro della regione a tenere qui, dove la temperatura è costante, parte della sua produzione di formaggio, il Vallgrotte. Un tesoro per i ghiottoni. Chi visiterà questi luoghi potrà decidere da se cosa è più prezioso o interessante e chissà, magari anche avvistare qualche magico esserino alato.