Un esercito con più flessibilità

L’esercito, per venire incontro alle necessità dei militari, diverrà più flessibile. In questo senso i due rami del Parlamento hanno accettato oggi, mercoledì, la proposta di conciliazione sulla revisione della legge sull’esercito. L’obiettivo del progetto consiste, da un lato, nell’assicurare gli effettivi; dall’altro, nel rispondere all’esigenza di conciliare il servizio militare con la vita professionale e privata.

Il Governo prevedeva che le scuole reclute potessero essere più brevi del periodo di 18 settimane, a seconda delle necessità di formazione: i giorni rimanenti avrebbero dovuto essere impiegati in modo più flessibile, in base ai bisogni dell’esercito e dei soldati. Alla fine la durata complessiva dell’istruzione rimarrà immutata. Le Camere, tuttavia, hanno precisato che una durata più breve o più lunga è possibile per funzioni che richiedono un’istruzione particolare.

Una disposizione transitoria è volta poi a consentire all’esercito di oltrepassare gli effettivi reali per un massimo di 5 anni. E questo, per rispondere alle esigenze legate al livello attuale di minaccia o per prevenire forti variazioni negli effettivi dovuti alla fluttuazione del numero di persone obbligate per fasce d’età.

Finora la legge disponeva un effettivo teorico di 100’000 militi e un effettivo reale massimo di 140’000. In futuro, la norma preciserà che l’effettivo teorico deve essere di almeno 100’000 soldati, mentre l’effettivo reale dovrà essere adeguato al fine di garantire in ogni momento tale soglia.