Svizzera

Il Centro punta a un secondo seggio in Consiglio federale

Il discorso del presidente Philipp Matthias Bregy all’assemblea dei delegati a Grenchen

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Il presidente dell'Alleanza del Centro, Philipp Matthias Bregy
01:15

Radiogiornale delle 12.30 del 15.11.2025: Il servizio di Gianluca Olgiati sull’assemblea del Centro

RSI Info 15.11.2025, 12:30

  • Keystone
Di: ATS/Pa.St. 

L’Alleanza del Centro punta a un secondo seggio in Consiglio federale in vista delle elezioni del 2027. Lo ha detto sabato il presidente del partito, Philipp Matthias Bregy, ai delegati riunitisi a Grenchen, nel canton Soletta. Per il consigliere nazionale altovallesano, né la destra né la sinistra devono ottenere la maggioranza assoluta nell’esecutivo.

Una maggioranza di questo tipo non farebbe che male alla Svizzera, si è detto convinto Bregy. Nel governo tutte le forze politiche devono lavorare assieme - ha spiegato - evitando che si formino dei blocchi capaci di imporre soluzioni troppo ideologicamente connotate.

Secondo il presidente del Centro, la Svizzera è di fronte a una svolta: al momento si marcia sul posto, mentre non è possibile starsene a guardare, A suo avviso adesso c’è bisogno di forze costruttive, come il Centro.

Il gruppo del Centro è la terza forza politica sotto il “Cupolone”, ha poi proseguito Bregy. Le elezioni del 2027 rappresentano l’occasione per diventare anche la terza forza politica del Paese a livello di elettori, ha sostenuto il presidente della formazione politica.

Pfister: “L’esercito va potenziato subito”

All’assemblea dei delegati del Centro ha preso la parola anche il consigliere federale Martin Pfister, responsabile del Dipartimento della difesa. Nel suo discorso ha ribadito che l’esercito va rapidamente potenziato alla luce delle tensioni internazionali: “Servono munizioni, sistemi e armamenti”.

La situazione internazionale è grave, secondo il capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). L’ordine geopolitico è sotto pressione, gli Stati autoritari stanno acquisendo influenza e la violenza militare è in aumento in tutto il mondo, ha spiegato Pfister. Oggi i conflitti iniziano spesso in modo subdolo, con attacchi informatici, spionaggio o disinformazione che non risparmiano nemmeno la Svizzera.

Pfister ha inoltre l’acquisto del jet da combattimento di produzione statunitense F-35. L’esercito ha bisogno di recuperare terreno su materiale e difesa aerea, ha affermato il consigliere federale, secondo cui il governo sta attualmente valutando diverse opzioni di acquisto, come una riduzione del numero di aerei o un credito supplementare per coprire i maggiori costi. Una proposta dovrebbe essere presentata entro la fine di novembre.

Il consigliere federale Martin Pfister

Il consigliere federale Martin Pfister

  • Keystone

Il “no” dei delegati all’iniziativa “200 franchi bastano!”

Senza sorprese, seguendo il voto in parlamento, anche i delegati del Centro riunitisi oggi a Grenchen (SO) raccomandano la bocciatura dell’iniziativa dell’UDC sulla SSR, in votazione l’8 marzo, mediante la quale s’intende ridurre a 200 franchi l’anno il canone radio-TV. L’iniziativa è stata respinta con 216 voti contrari, 3 favorevoli e 14 astensioni.

Il consigliere nazionale urano, Simon Stadler, ha sottolineato che negli ultimi otto anni il canone radio-TV è già stato ridotto quattro volte. Un ulteriore indebolimento della SSR sarebbe ingiusto. Invece di dover acquistare eventi sportivi e film da fornitori di streaming internazionali, è preferibile a suo avviso investire in un’emittente svizzera.

In altri interventi è stato anche sottolineato che la SSR è “il baluardo contro le fake news” e costituisce il collante per la coesione sociale e culturale del Paese.

Sempre l’8 marzo sarà sottoposta a consultazione anche l’iniziativa sul fondo per il clima. Anche in questo caso il Centro raccomanda di respingerla. Dopo una breve discussione, i delegati si sono espressi con 180 voti contrari e 40 a favore contro l’iniziativa “Per una politica energetica e climatica equa: investire per la prosperità, il lavoro e l’ambiente”. Essa domanda la creazione di un fondo per il clima che andrebbe alimentato con un versamento annuale compreso tra lo 0,5% e l’1% del prodotto interno lordo fino al 2050.

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