Posso o non posso bere alcol durante la gravidanza? È una delle tante domande che si pongono le future mamme e spesso la risposta la cercano in rete. Proprio per questo motivo Dipendenze svizzera ha voluto verificare quali sono le informazioni sul tema che vengono trasmesse sui vari siti, social, forum e anche su YouTube.
In Svizzera ogni anno 1’700 neonati nascono con problemi legati al consumo di alcol da parte della madre nei mesi che precedono il parto. Lo denuncia la stessa associazione, in occasione della giornata mondiale - che ricorre martedì - dedicata a questo problema.
Un numero eccessivo, come spiega ai microfoni di SEIDISERA Luca Notari, capo progetto presso l’associazione: “Sono troppi se calcolati sulle generazioni. Parliamo di diverse decine di migliaia di giovani e adulti che vivono con questo tipo di disturbi e sono veramente troppi. La Svizzera si situa inoltre a un livello molto alto nella media mondiale e comunque a un livello medio alto per quanto riguarda l’Europa”.
L’alcol prenatale causa due livelli di disturbo, spiega Notari: “Ci sono i più gravi che sono quelli della sindrome feto alcolica. Sono veramente delle malformazioni fisiche. Può esserci un ritardo della crescita e gravi problemi neurologici e cognitivi. E poi c’è un insieme di disturbi dello spettro feto alcolico, che sono delle conseguenze un po’ minori. In questo caso abbiamo difficoltà dell’apprendimento, problemi di memoria, di attenzione, della regolazione delle emozioni o anche problemi sociali e comportamentali”.
In Svizzera, dice l’esperto per spiegare questi numeri elevati, “il consumo di alcol è socialmente valorizzato. Difatti alle donne che in una serata decidono di non consumare alcol viene chiesto se sono incinte o come mai. Perché non consumare alcol in molte occasioni è un’eccezione e non è la regola. Si è visto anche quando i nuovi dati sul consumo sono stati pubblicati. Non ci si è detti: meno male, il consumo di alcol pro capite si è ridotto. Questo è bene per la salute pubblica”. Ci si è focalizzati, invece, dice ancora Notari, sul fatto che questo potrebbe essere un problema economico per i produttori. Quindi qui ci si accorge che l’alcol è soprattutto una questione economica, di cultura, di società e meno si fa meno attenzione proprio alla salute”.
Per ridurre il numero di neonati con questi problemi, secondo Notari, “bisognerebbe portare veramente a zero il consumo di alcol. Se si cerca di avere un figlio bisognerebbe già smettere, perché spesso il problema è nelle prime settimane, quando ancora non si sa di essere incinta. Bisognerebbe in Svizzera cominciare a fare delle vere e proprie campagne come hanno fatto altri paesi come l’Italia”.
Lo studio: “Risposte contraddittorie online”
Lo studio ha rivelato che il messaggio di fondo rimane quello del “niente alcol se sei incinta”. Ma sono emerse anche risposte problematiche, in particolare se la domanda è un po’ diversa. Ad esempio, è un problema se sono incinta e bevo un bicchiere di vino ogni tanto? Certi video su YouTube, nessuno di questi con contenuti svizzeri, seminano dei dubbi sul rischio che cambierebbe a seconda della bevanda alcolica consumata o relativizzano i pericoli di un consumo moderato. Anche sui forum o i gruppi chiusi di Facebook c’è un’importante percentuale di messaggi, uno su quattro, che banalizza o minimizza i rischi e circolano anche informazioni sbagliate o obsolete. Per quel che riguarda i social, i contenuti più conformi al principio di precauzione sono pubblicati su FB, Instagram e Pinterest, mentre TikTok e X danno maggiore spazio a discorsi banalizzanti o contradditori. I post più problematici sono in lingua inglese. Alla luce di questi dati dipendenze svizzera ritiene che sia opportuno fare una pulizia dei contenuti ormai datati e soprattutto rafforzare online la presenza e la visibilità delle informazioni corrette.