Da alcuni giorni fa discutere in Svizzera l'interruzione del concerto di una band a Berna a causa delle proteste di una piccola parte del pubblico che ha accusato gli artisti di appropriazione culturale.
Il gruppo - i Lauwarm - è composto da musicisti bianchi svizzeri che fanno musica reggae. Il dibattito da poco più di una settimana è molto vivace: è davvero appropriazione culturale o è apertura culturale - ovvero la voglia di ispirarsi ad altri stili? E ancora: qual è il confine tra correttezza politica e libertà artistica?
Ma andiamo con ordine. Lunedì scorso, durante un concerto, qualcuno nel pubblico si è infastidito del fatto che i membri bianchi della band avessero dreadlocks - le treccine rasta - che indossassero abiti africani e suonassero musica reggae. Per chi reclama si tratta di un'appropriazione culturale, ma la band non la pensa così.
"L'appropriazione culturale è una situazione in cui, in una società, un rappresentante di un gruppo maggioritario adotta un oggetto o una parte della cultura di una minoranza senza riconoscerla", spiega Henri-Michel Yéré, sociologo dell'Università di Basilea.
"All'inizio è stato come un pugnale nel cuore. Non ci era mai capitato. E naturalmente ci ha fatto molto male", commenta Dominik Plummettaz, uno dei membri della band. "Le persone che indossano abiti africani spesso hanno anche dei contatti con queste persone e sono strettamente legati a queste culture", aggiunge. "Per me la cosa più importante è trattare una cultura con rispetto. Se non è così, si può iniziare a parlare di appropriazione, forse", conclude.