Svizzera

La “munizione da tasca” non tornerà nelle case dei soldati

Respinta agli Stati la mozione di Werner Salzmann, prevalgono in particolare i timori legati a suicidi e femminicidi commessi con arma da fuoco di ordinanza

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Non la rivedremo fra le mura domestiche

Non la rivedremo fra le mura domestiche

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Di: ATS/pon 

I soldati svizzeri non ricominceranno a tenere a casa la cosiddetta munizione da tasca fra un servizio e l’altro. Il Consiglio degli Stati, per 31 voti a 9 e con 3 astensioni, ha respinto una mozione di Werner Salzmann (UDC/BE), sostenuta dall’argomento delle mutate condizioni di sicurezza sul piano internazionale. Per la maggioranza, al contrario, la riconsegna della munizione da tasca potrebbe azzerare i progressi compiuti negli ultimi anni a livello di prevenzione di suicidi e femminicidi con armi da fuoco, che recenti studi hanno messo in relazione anche con la misura decisa nel 2007.

Il risultato del voto contraddice la commissione preparatoria che raccomandava al plenum di adottare l’atto parlamentare. La consegna, secondo Salzmann, avrebbe costituito inoltre un attestato di fiducia nei confronti dei nostri militari, pronti all’occorrenza a difendere il Paese, e segnalerebbe in modo chiaro la volontà della Svizzera di difendersi. Per i contrari, invece, in caso di mobilitazione, l’esercito sarà in ogni caso grado di attivarsi senz’altro per tempo.

Argomentazioni, queste ultime, sposate anche dal “ministro” della difesa, Martin Pfister, secondo il quale la fiducia nei confronti dei militi è provata dalla possibilità di tenere l’arma fra le mura domestiche.

RG 12.30 del 03.12.2025

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