Fino al 2007 i militi svizzeri portavano a casa la cosiddetta “munizione da tasca”, fra un servizio prestato e l’altro, garantendo così una prontezza di intervento unica nel suo genere. Da allora non è più così. Una mozione di Werner Salzmann - colonnello e consigliere agli Stati dell’UDC - chiede di ritornare alla vecchia pratica, ma la Camera dei cantoni mercoledì ha deciso di approfondire la questione prima di pronunciarsi. Il Consiglio federale è contrario.
A promuovere il rinvio in commissione è stata l’esponente del Centro Marianne Binder-Keller, anticipando un dibattito infuocato con due argomenti di peso sugli opposti piatti della bilancia. Da un lato le preoccupazioni per la sicurezza nazionale: “Voglio chiedere al Governo come mai non valuta la minaccia all’Europa in modo diverso rispetto a tre anni fa e non mantiene la promessa del 2007”, ha dichiarato Salzmann. Allora, accogliendo la richiesta parlamentare di ritirare i proiettili dagli armadi e dalle cantine dei soldati, l’Esecutivo aveva spiegato che avrebbe rivalutato la misura se la situazione fosse radicalmente cambiata. Agli occhi del democentrista, è il caso oggi con un conflitto in corso in Europa, ma la valutazione che Berna ha fatto un mese fa ribadisce che non ci sono motivi sufficienti per ridistribuire le cartucce da tenere a casa.
Anche secondo Binder-Keller sarebbe comunque il caso di riparlarne: “Il Consiglio federale ritiene che un’aggressione terrestre alla Svizzera sia improbabile, ma gli scenari ci dicono invece che è una possibilità. In caso di un’escalation dobbiamo avere regole per distribuire e gestire le munizioni a casa”.
Restituire la munizione da tasca equivale a una dimostrazione di fiducia nei confronti dei militi, ma d’altro canto i principali motivi che avevano portato al ritiro 18 anni fa sono ancora d’attualità: femminicidi ma anche suicidi commessi con l’arma di servizio. Uno studio pubblicato nel 2023 aveva per esempio dimostrato come in Svizzera, anche grazie alla facilità di accesso a fucili e pistole militari, un terzo degli uomini che si tolgono la vita lo fa con un’arma da fuoco e spesso è quella di ordinanza. Nel resto di Europa il dato è inferiore al 10%. Il gesto estremo è spesso impulsivo e la presenza di un’arma con i suoi proiettili può fare la differenza.
Già nel 2023 una proposta di restituire la munizione da tasca era approdata alle Camere, firmata allora da Jean-Luc Addor (UDC). Il Nazionale si era opposto con 135 voti contrari contro 49.
SEIDISERA del 17.09.2025

Politica nazionale: munizioni a casa? Ci riflettiamo
SEIDISERA 17.09.2025, 18:00
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