Si è aperto oggi, lunedì, al Tribunale penale federale di Bellinzona il processo nei confronti di due genitori che tra il 2016 e il 2019 avrebbero versato al figlio in Siria circa 50’000 franchi, infrangendo le leggi riguardanti al Qaida e l’ISIS. È una prima in Svizzera. La madre si è presentata regolarmente davanti ai giudici, mentre il padre, a causa di un impedimento fisico, sarà ascoltato nei prossimi giorni (entro dieci come vuole il regolamento).
Il giovane ginevrino, oggi 30enne, si era convertito all’Islam e in particolare all’ideologia radicale del salafismo. Ha lasciato la Confederazione nell’aprile 2015 per unirsi all’ISIS in Siria, dove ha effettuato addestramenti militari e religiosi.
In Siria ha poi sposato una francese, anche lei radicalizzata, si legge negli atti d’accusa del Ministero pubblico della Confederazione (MPC). Nel giugno 2019 il giovane è stato catturato dalle forze curde e il procedimento nei suoi confronti ha luogo separatamente.
Pagamenti anonimi
Gli importi dei pagamenti, indirizzati anche ad altre persone, variavano da qualche decina di franchi a diverse migliaia. Avvenivano tramite Western Union oppure con Ticket Premium, un sistema di pagamento anonimo.
Nel caso di alcuni versamenti particolarmente corposi venivano poi utilizzati degli intermediari. La madre dell’imputato, una cittadina svizzero-spagnola di 60 anni, ha ad esempio consegnato nel 2019 40’000 franchi a due persone giunte a Berlino, sottolinea l’MPC. Il padre è un cittadino svizzero di 70 anni. Il processo dovrebbe durare uno o due giorni.

Finanziavano l'ISIS: inizio del processo a Bellinzona
SEIDISERA 19.08.2024, 18:15
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RG 9.00 del 19.8.2024
RSI Info 19.08.2024, 09:59
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