Approfondimento

L’esercito svizzero valuta l’impiego di volontari

È una delle possibili misure proposte dal Consiglio federale per garantire la sicurezza del Paese di fronte a minacce in crescita

  • Un'ora fa
Pattugliare, sorvegliare, mettere in sicurezza - compiti che in futuro potrebbero essere svolti anche da volontari

Pattugliare, sorvegliare, mettere in sicurezza - compiti che in futuro potrebbero essere svolti anche da volontari

  • Keystone
Di: Dominik Meier (SRF)/sf 

Le minacce alle quali la Svizzera deve far fronte sono aumentate, secondo il Consiglio federale, che tra le 45 misure contenute nella Strategia in materia di politica di sicurezza della Svizzera 2026 avanza anche l’ipotesi dell’impiego di forze volontarie che possano fornire supporto per svolgere compiti di protezione e di sicurezza in caso di tensioni aggravate o di un conflitto armato, ad esempio per proteggere le infrastrutture critiche. Le truppe sarebbero formate in priorità da membri dell’esercito che hanno assolto il servizio militare, pronti a mettersi a disposizione.

L’idea non è nuova: durante la Seconda guerra mondiale, nel 1940, furono create le cosiddette guardie locali, formate da volontari incaricati di proteggere ponti e altri punti strategici, per esempio da sabotaggi. Un anno più tardi c’erano quasi 3’000 corpi di guardie locali, per un totale di oltre 125’000 uomini.

Un ritorno dei volontari? (HeuteMorgen, SRF, 23.12.2025)

Un’idea che non piace a tutti

La proposta è stata accolta con entusiasmo dal consigliere nazionale UDC Rémy Wyssmann, che a settembre aveva visto approvare la sua proposta di consentire ai militari di prestare servizio volontario dopo aver assolto il servizio obbligatorio. Il democentrista è convinto che ci siano abbastanza ex militari motivati per formare una forza mobilitabile rapidamente. Essendo già addestrati, secondo Wyssmann, sarebbe sufficiente qualche corso di aggiornamento nei fine settimana, senza troppe spese o burocrazia.

La socialista Franziska Roth, consigliera agli Stati e membro della Commissione della politica di sicurezza, non è contraria al servizio volontario, se un militare volesse restare nella sua unità dopo la fine dell’obbligo. Non vuole però dei corpi di volontari per compiti di protezione e sicurezza, perché spettano alla polizia: “L’esercito non deve essere usato come tappabuchi. E se proprio non ci sono alternative, allora devono intervenire soldati in servizio, formati e retribuiti”.

Organizzazione da chiarire

L’esercito non fornisce esempi concreti di compiti di protezione e sicurezza, ma indica che i corpi volontari potrebbero raccogliere informazioni, sorvegliare e mettere in sicurezza porzioni di territorio o obiettivi sensibili. I contingenti dovrebbero essere organizzati a livello regionale e intervenire in caso di tensioni elevate. Per dettagli su forza delle truppe, armamento o regole d’ingaggio è ancora troppo presto.

Fritz Kälin, storico militare e vicedirettore della Allgemeine Schweizerische Militärzeitschrift, ritiene i corpi volontari una soluzione sensata. Secondo lui, il fatto che oggi la maggior parte dei soldati venga congedata prima dei 30 anni rappresenta “la più grande inefficienza che il Dipartimento della difesa si concede a favore dell’economia”. Le formazioni di volontari sarebbero “una delle misure più efficienti in termini di costi” per rafforzare la capacità di difesa. Servirebbe un bacino di almeno mille volontari, in grado di colmare il vuoto tra polizia e truppe da combattimento. Un vuoto che potrebbe essere sfruttato da un nemico che impiega tattiche ibride.

La guerra ibrida

Gli attacchi ibridi utilizzano una combinazione di diversi mezzi per destabilizzare uno Stato o imporgli la propria volontà. Tra questi figurano sabotaggi, attacchi informatici, disinformazione, pressioni economiche o operazioni militari clandestine. Gli attacchi ibridi avvengono deliberatamente in una zona grigia del diritto internazionale, tra pace e guerra. Secondo il Consiglio federale, i conflitti ibridi sono in aumento e anche contro la Svizzera vengono impiegate attività di spionaggio, cyberattacchi e operazioni di propaganda.

Altri corpi volontari

In Svezia e Norvegia sono attive le cosiddette guardie territoriali. In Svezia conta oltre 20’000 volontari tra i 18 e i 70 anni. In tempo di pace intervengono in caso di inondazioni o incendi boschivi, mentre in caso di conflitto dovrebbero sorvegliare aeroporti o porti.

Anche Estonia e Lettonia hanno creato corpi volontari: in Estonia possono aderire persino bambini e adolescenti.

In Polonia i volontari hanno un ruolo militare significativo: quasi dieci anni fa è nata l’Armata di difesa territoriale come complemento all’esercito professionale. Secondo i media, ogni anno circa 35’000 persone seguono il corso base di un mese.

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Droni per esercito svizzero

Telegiornale 17.12.2025, 20:00

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