Quando manca oltre un mese alla sua verosimile elezione, Marcel Dettling, candidato unico alla presidenza nazionale UDC, fa già discutere. Al centro della bufera alcune sue dichiarazioni sul cambiamento climatico e sul suo impatto sull’agricoltura. Dichiarazioni queste che gli sono valse nelle scorse ore una gogna mediatica a tutti gli effetti. Da più parti, intanto, si levano dubbi sulla sua effettiva adeguatezza a guidare il primo partito del Paese.
Cosa può aver Marcel Dettling per meritarsi un simile trattamento? La risposta va cercata sulla NZZ am Sonntag. Il consigliere nazionale svittese, lui stesso agricoltore, ha infatti affermato che per i contadini il riscaldamento globale non è negativo. Inoltre, egli non crede che ci sia un colpevole, né che il fenomeno possa essere fermato da qualcuno. “Se se ne attribuisce la colpa all’essere umano - si legge - non si fa che dare adito a una nuova forma di caccia alle streghe”, ha dichiarato il politico.
Si tratta pur sempre di parole di un certo rilievo se arrivano dal candidato unico alla presidenza del primo partito del Paese, fino al 23 marzo in mano al ticinese Marco Chiesa. E si tratta pur sempre di uno dei principali temi che occupano l’agenda politica svizzera (e non solo).
Ecco allora che su X (l’ex Twitter) Jürg Grossen, presidente dei Verdi liberali, evidenzia come Dettling sia a favore dell’‘energia idroelettrica pur combattendo la legge sull’elettricità. E Ruedi Noser, già consigliere agli Stati zurighese, si chiede se così facendo si possa avere successo come presidente di partito. Dal canto suo, la deputata ecologista Marionna Schlatter ricorda come non ci siano più dubbi sull’esistenza del cambiamento climatico e sulla sua origine antropica.
E tutto ciò avviene quando manca all’incirca un mese all’effettiva elezione di Marcel Dettling.