Frane, villaggi cancellati dalle mappe o evacuati, case crepate.
Le Alpi svizzere si sgretolano sotto il peso del cambiamento climatico e dell’abbandono. A Blatten, l’ultimo devastante evento, il paese è stato inghiottito, ma pochi giorni fa si è già dato avvio alla sua ricostruzione.
A Bondo una settimana fa si è festeggiata la fine dei lavori di protezione per 52 milioni di franchi e sono passati 8 anni dalla frana del pizzo Cengalo. A Brienz/Brinzauls la comunità aspetta ancora che la montagna si stabilizzi ma intanto vive dispersa e senza prospettive.
A Campo Vallemaggia i milioni spesi per frenare una frana storica erano 90 nel 1993, mentre a Cerentino si vive ancora sopra una frana, in attesa. Le domande sono scomode: ha ancora senso ricostruire nelle alpi? Meglio investire o abbandonare?
Questa sera, alle 20:40, viaggio di Falò fra geologi, architetti e abitanti che resistono con tappa anche in Valtellina: nel 1987 le alluvioni distrussero un villaggio alle porte di Bormio… 40 anni dopo si è ricostruito ma a che prezzo?