Una quarantina di siti porno dal 12 novembre dovranno chiedere agli utenti che vogliono accedervi di dimostrare la loro maggiore età in ossequio a una nuova legge figlia del Digital Services Act, ovvero il nuovo regolamento europeo sui servizi digitali. Obiettivo tenere lontani i minorenni da questi contenuti. L’idea però non fa l’unanimità.
Uno dei punti più controversi è proprio la verifica dell’identità. Come ha spiegato al Telegiornale Roberta De Giusti, esperta di protezione dei dati, “può essere richiesta anche la carta di identità, perché è riconosciuta tra i vari sistemi di verifica di quella delibera. La delibera si apre, per spiegare, con una serie di definizioni sulle varie possibilità di identificazione di una persona. Alcune più altre meno rischiose. Ci sono tutta una serie di sistemi per fare la verifica dell’identità, bisogna solo scegliere quale sia il migliore e che garantisca la riservatezza della persona”.
Il nuovo regolamento europeo ha causato problemi anche altrove. In Francia, per esempio, da quando i principali siti porno chiedono la verifica dell’età, sono nati nuovi portali fuori dai radar delle autorità. “La verità è che una cosa di questo tipo, per funzionare, per un principio che è anche comprensibile, abbia bisogno di una normativa comunitaria. Credo che sia assurdo che ci siano delle differenze su questo, anche perché si sta andando verso una normazione comune europea rispetto all’accesso ai social network per le persone in base all’età”, ha affermato l’eurodeputato Brando Benifei.
Poi c’è il problema della protezione dei dati per i maggiorenni che possono accedere ai siti porno. “ L’identità dell’utente che naviga - prosegue De Giusti - non deve essere resa nota. Come anche i contenuti che va a visitare, quindi il principio della riservatezza rispetto a quelle che sono le scelte dell’utente maggiorenne in questo caso e di quello che va a guardare, anche per evitare di raccogliere informazioni sull’orientamento sessuale di una persona che è un dato sensibile”.
I rischi per la privacy però sono alti al punto che c’è chi si chiede se non sia il caso di fare un passo indietro. A maggior ragione visto che aggirare le leggi è piuttosto facile, per esempio ricorrendo ai cosiddetti programmi VPN. Secondo Benifei bisogna prestare attenzione alla stesura della normativa perché ogni provvedimento può essere aggirabile. Lo si vedrà a seguito di una applicazione, almeno per un po’ di tempo. Per ora in Svizzera non c’è nessun obbligo di verifica dell’età, anche se qualcosa si sta muovendo in tal senso ed in futuro le cose potrebbero cambiare. Comunque vada, il tema continuerà a dividere da una parte c’è da tutelare i minori di 18 anni, dall’altra la libertà e i dati personali dei maggiorenni.

L'opinione di Paola Iametti
Telegiornale 07.11.2025, 20:00








