Svizzera

Senn senza giri di parole: “La sicurezza prima di tutto”

Il parere del direttore del Tour de Suisse su come vanno gestite proteste come quelle in atto alla Vuelta contro il team isrealiano: “Contento di non essermi trovato in quella situazione”

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La questione palestinese stravolge la Vuelta

SEIDISERA 05.09.2025, 18:00

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Di: SEIDISERA/Anna Valenti/Spi 

Le proteste sulle strade della Vuelta preoccupano anche il direttore del Tour de Suisse Olivier Senn. Nel mirino c’è la Premier Tech, la squadra israeliana finanziata da un imprenditore vicino al premier Netanyahu. L’episodio più grave è avvenuto martedì a Bilbao quando i manifestanti hanno invaso la strada obbligando ad annullare la corsa a pochi chilometri dall’arrivo. Diversi corridori e diverse squadre hanno espresso timore per la loro incolumità.

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Il direttore del Tour de Suisse, Olivier Senn

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“Certo, sono preoccupato - dice al microfono di SEIDISERA Olivier Senn -. Quello che sta accadendo in Spagna è difficile per atleti, organizzatori e squadre. È una questione politicamente sensibile. Le persone hanno diritto alla protesta ed è molto complicato perché la gara è in corso. Bisogna decidere in fretta il da farsi. Sono stato contento di non essermi trovato in quella situazione”.

Se casi simili dovessero presentarsi al Tour de Suisse, Senn ha comunque le idee chiare: “Di questo abbiamo già discusso. I regolamenti attuali sono chiari la squadra israeliana deve essere invitata perché ha tutti i requisiti necessari per partecipare alle più importanti gare del Tour. Dal mio punto di vista, ci si deve chiedere se la sicurezza del team dei corridori e del resto delle squadre possa essere garantita”. 

Se non la si può garantire, continua Olivier Senn, “occorre valutare con l’Unione ciclistica internazionale (UCI) se non consentire alla squadra di partire. Probabilmente in qualità di organizzatori dovremmo prendere questa decisione e informare semplicemente l’UCI e la squadra dicendo loro: sappiamo che è contro il regolamento, sappiamo che possiamo avere delle conseguenze, ma la sicurezza delle persone deve avere la precedenza su qualsiasi questione politica o normativa”.

Quanto alle conseguenze, continua, “l’UCI potrebbe sanzionare o multare il Tour de Suisse. La squadra potrebbe chiedere un risarcimento danni, ma se la sicurezza è davvero la priorità, allora ritengo che non ci dovrebbero essere conseguenze per noi organizzatori. Per me la questione cruciale non è l’immagine o il prestigio, ma è davvero la sicurezza”. 

La speranza del direttore del Tour de Suisse è che “entro l’anno prossimo si possa trovare una soluzione e che questi problemi non si ripresentino. Perché se una decisione deve essere presa durante la gara in corso è più difficile e non ha senso che ogni organizzatore trovi una soluzione da solo, credo che ci debba essere un protocollo chiaro su come affrontare queste decisioni. Se riusciamo a definirlo questo inverno avremo un piano per la prossima stagione”.

Secondo Senn, invece, “non è realistico” stabilire un maggiore controllo sul pubblico: “Perché noi corriamo in tutto il paese su strade pubbliche. Una protesta simile può accadere ovunque. L’unica zona in cui si potrebbe fare di più è quella dell’arrivo. Personalmente non credo sia giusto che si debbano penalizzare tutti gli altri spettatori, impedendo loro di assistere liberamente al Tour de Suisse”.

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Proteste alla Vuelta

Telegiornale 05.09.2025, 20:00

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