Svizzera

Spar torna in mani svizzere

Le 363 filiali svizzere della catena di supermercati dopo oltre nove anni ridiventano elvetiche per 46,5 milioni di franchi - Si perderanno 350 posti di lavoro

  • Oggi, 12:18
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Una filiale Spar a Zurigo

  • KEYSTONE/Gaetan Bally
Di: ATS/joe.p. 

Le 363 filiali svizzere della catena di supermercati Spar tornano in mani elvetiche dopo oltre nove anni. Un nuovo gruppo di investitori, denominato Tannenwald Holding, se ne è impossessato per 46,5 milioni di franchi, secondo quanto comunicato oggi dalla casa madre sudafricana.

Quest’ultima, con sede a Durban, aveva ripreso nel 2016 la maggioranza di Spar Svizzera. Se nella Confederazione verranno realizzati profitti sufficienti nel 2026 e nel 2027, verranno versati fino a 30 milioni in più, viene precisato in una nota.

Il nuovo presidente del consiglio di amministrazione e comproprietario è Peter Weber, esperto di mercati azionari e docente all’Università di Basilea, scrive Spar Svizzera in un comunicato separato. Con Weber, un nuovo gruppo, finora sconosciuto, entra nel mercato svizzero del commercio al dettaglio.

La figura di spicco del CdA è Reto Francioni, presidente dell’organo di sorveglianza di Swiss ed ex numero uno di SIX e Deutsche Börse. Gli investitori, ad eccezione di Weber, non sono noti. Secondo le informazioni disponibili, provengono tutti dalla Svizzera.

SPAR EXPRESS LUGANO - Foto

La Spar Express di Lugano

“Consideriamo Spar un importante fornitore di servizi di base e un’azienda ricca di tradizione con quasi 300 anni di storia”, ha dichiarato Weber all’agenzia AWP, parlando di un modello con “grande potenziale”. La vendita è stata finalmente conclusa dopo lunghe trattative, ha sottolineato.

La sudafricana Spar Group ultimamente era insoddisfatta dell’andamento degli affari in Svizzera e a fine maggio aveva pertanto annunciato la messa in vendita delle sue filiali elvetiche. Nell’esercizio 2023/24, chiuso a fine settembre, Spar Svizzera aveva visto il fatturato scendere del 6% a 754,2 milioni di franchi, mentre l’utile netto era calato del 17% a 5,6 milioni. Solo durante la pandemia la società era riuscita a crescere.

Un obiettivo a cui puntano ora i nuovi proprietari, che non si considerano investitori a breve termine. Per la clientela, per il momento non cambia nulla: tutti i marchi, compresi Maxi, Eurospar e i mercati gastronomici TopCC, continueranno a far parte del gruppo.

Per quanto riguarda il personale, non sono previsti tagli di posti di lavoro, ma sono comunque in programma alcuni adeguamenti. A medio termine, i dipendenti dovrebbero scendere dagli attuali 1’600 a 1’200-1’300. Non ci saranno licenziamenti e i collaboratori saranno trasferiti ai partner in franchising. Attualmente, circa la metà dei negozi Spar è gestita con questo modello, una quota destinata ad aumentare in futuro.

Il direttore finanziario di lunga data Reto Suhner guiderà l’azienda in qualità di CEO ad interim: il suo predecessore, il sudafricano Gary Alberts, si è dimesso al completamento della vendita. Suhner, che lavora nell’impresa da oltre 20 anni, ha definito all’AWP i negoziati come una “montagna russa emotiva”. A suo avviso, l’entrata in scena di investitori svizzeri è stata come “fare sei al lotto”.

RADIOGIORNALE 12.30 del 9.9.2025

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