La contropartita per l’abbassamento dei dazi da parte degli Stati Uniti è la grande incognita politica del momento in Svizzera. Dopo che Trump ha incontrato alla Casa Bianca sei imprenditori di aziende elvetiche qualcosa sembra essersi sbloccato. “Stiamo lavorando per abbassare le tariffe - ha detto il presidente degli USA, senza sbilanciarsi sull’indiscrezione di un taglio dal 39% al 15%, in linea con le merci provenienti dall’UE. “Abbiamo colpito forte la Svizzera, ma vogliamo che resti di successo perché è un ottimo alleato”.
Al di là delle promesse in investimenti privati e di acquisto di armi e gas, ora ad essere scottanti sono due nuove potenziali richieste americane. Primo, adottare in futuro automaticamente le sanzioni degli Stati Uniti contro altri Paesi. Secondo, aderire al boicottaggio di determinate aziende o tecnologie di altri Stati, e il pensiero corre alla Cina. Perché si parla di queste due condizioni? Semplicemente perché sono contenute negli accordi che hanno abbassato i dazi su Malesia e Cambogia.
Per la Svizzera la promessa di una ripresa automatica sarebbe una clamorosa cessione di sovranità. Non accade nemmeno con le sanzioni europee contro la Russia, che vengono analizzate volta per volta e in casi eccezionali non vengono adottate. Si potrebbe però smussare su quell’”automaticamente”, promettendo una seria riflessione di volta in volta.
Quanto al boicottaggio di aziende straniere, il tema non è nuovo. Infatti, su pressione del Parlamento, il Consiglio federale sta lavorando a una legge per vietare puntualmente l’installazione di tecnologie se ci sono rischi geopolitici. L’esempio che si fa è poter escludere Huawei dall’installazione di future antenne per la telefonia o da nuove frequenze 5G. Anche qui però c’è una bella differenza tra decidere quali sono le proprie priorità e quali invece sono quelle di Washington.
Su entrambe le concessioni è in gioco la sovranità, anche se la totale autonomia è un’illusione già oggi. Lo hanno dimostrato le pressioni dagli Stati Uniti sulle sanzioni contro la Russia dopo l’attacco su larga scala in Ucraina. Inoltre in Parlamento c’è chi teme che la Svizzera venga esclusa dalla condivisione di informazioni dei servizi segreti se dovesse accettare aziende cinesi in infrastrutture strategiche. Quindi le pressioni su questi punti ci sono anche al di là della discussione attuale sui dazi.
Dazi USA: segnali positivi
Telegiornale 11.11.2025, 12:30
Il commento da Berna
Telegiornale 11.11.2025, 12:30










