Difficoltà in atto per Climeworks, la start-up elvetica attiva nella cattura e nello stoccaggio del CO2: l’azienda sta infatti attraversando una fase problematica e prevede ora di procedere a consistenti tagli del personale: per oltre il 10% della forza lavoro. Al momento è in corso una procedura di consultazione, ha dichiarato una portavoce dell’impresa, confermando quanto riferito in prima battuta da SRF. L’azienda era finora cresciuta rapidamente, arrivando ad avere quasi 500 dipendenti. E grazie alle sue tecnologie sul CO2 ha finora ottenuto risorse per più di 800 milioni di dollari.
Ma dove risiedono i problemi che ora attanagliano Climeworks? Anzitutto l’espansione dell’azienda negli Stati Uniti è ora sospesa. Si parlava della creazione di 469 impieghi e di un sostegno nella misura di mezzo miliardo di dollari da parte del Dipartimento dell’energia USA. Ora però, con l’amministrazione Trump, i progetti per la protezione del clima non hanno decisamente vita facile. Inoltre, come ha rivelato un giornalista investigativo, sembrano avere una resa di molto inferiore alle aspettative i due impianti gestiti da Climeworks in Islanda.
E intanto le risorse finanziarie della start-up “non sono infinite”, sottolinea Jan Wurzbacher, cofondatore e direttore generale di Climworks. La procedura di consultazione si chiuderà entro la metà della prossima settimana. A quel punto sarà chiara la misura dei licenziamenti a cui l’azienda dovrà procedere.