Svizzera

La sfida delle emissioni negative

La cattura e lo stoccaggio di CO2 sono uno dei pilastri della strategia nazionale per arrivare alla neutralità climatica, ma la strada da fare prima del 2050 è ancora lunga

  • 14.10.2022, 14:44
  • 20.11.2024, 14:45
02:03

RG 12.30 del 14.10.22 - Il servizio di Simone Fassora

RSI Info 14.10.2022, 14:30

  • Keystone
Di: sf 

La Svizzera si è posta l'obbiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Secondo le stime dell'Ufficio federale dell'ambiente, nonostante tutti gli sforzi, non si riuscirà però a ridurre a zero le emissioni di gas serra. Ogni anno si continueranno a produrre inevitabilmente circa 12 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.

Uno dei pilastri della strategia climatica a lungo termine della Confederazione sono quindi le tecnologie per la rimozione e lo stoccaggio dell'anidride carbonica, che consistono nella cattura di CO2 da fonti di emissione puntuale, come termovalorizzatori, impianti chimici o cementifici o la rimozione direttamente dall'atmosfera. L'anidride carbonica così recuperata viene poi stoccata in formazioni geologiche profonde o materiali da costruzione.

Una tecnologia ai primi passi

Attualmente la capacità di rimozione di queste tecniche è dell'ordine delle migliaia di tonnellate di CO2 ed entro il 2050 bisognerà arrivare a milioni di tonnellate. Viola Becattini, ricercatrice del Politecnico federale di Zurigo, sottolinea però che il settore sta facendo i suoi primi passi e si è ancora in una fase piuttosto sperimentale. Una volta che le tecnologie saranno sviluppate, è previsto un potenziamento graduale. Con lo sviluppo del settore ci si aspetta anche un diminuzione dei costi per tonnellata di CO2 rimossa, che al momento sono piuttosto elevati, grazie a economie di scala e innovazioni tecniche. Anche il consumo energetico dovrebbe seguire un'evoluzione simile.

Il problema dello stoccaggio

Non basta però rimuovere l'anidride carbonica dall'aria, bisogna anche fare in modo che non ritorni nell'atmosfera. Una delle soluzioni, spiega Becattini, consiste nello stoccarla nel cemento. Una tecnica che è ancora allo stadio sperimentale e avrebbe il vantaggio di poter essere facilmente applicata in Svizzera. L'alternativa è infatti l'immagazzinamento in strati geologici profondi, ma la presenza di siti adatti a livello nazionale sembra limitata. I siti di stoccaggio sono più numerosi nell'Europa del nord, ma questo implica il trasporto del CO2 su lunghe distanze. Secondo le prime stime una soluzione simile avrebbe comunque un bilancio ambientale positivo, nonostante l'impatto del trasporto.

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