Offrire ai consumatori l’accesso a prodotti locali, di qualità superiore e in tempi rapidi. È questa la nuova strategia del gigante cinese Temu, la piattaforma nota per i suoi articoli a basso costo. L’allettante proposta, da lunedì, lusinga anche i commercianti svizzeri. Che però, come rivela un reportage realizzato dai colleghi di RTS, non hanno ancora risposto con grande entusiasmo. Il negoziante Vivian Gasser vede come priorità il servizio diretto alla clientela, ma si rende conto che la posta in gioco è alta: “Una volta che togli tutto ciò che c’è in un negozio - la musica, l’ambiente, il consiglio, i pacchetti regalo - e riduci l’offerta a una griglia su internet, beh, allora è chiaro che la concorrenza di Temu è più forte.”
Sophie Michaud-Gigon, segretaria generale Federazione Romanda dei Consumatori, rassicura: “Non ci sono molte aziende in Svizzera che al momento stanno facendo la fila per accettare la loro offerta”. Il Telegiornale ha approfondito la questione interpellando Dagmar Jenni di Swiss Retail Federation, l’associazione delle aziende di commercio al dettaglio. “Non credo che ci saranno grandi cambiamenti all’inizio, perché Temu è partito direttamente con rivenditori e aziende interessate e non è ancora aperto a tutti i rivenditori. Prevedo quindi uno sviluppo molto contenuto, almeno nella prima fase”, ha commentato.
Oltretutto, spiega Jenni, per i rivenditori che già sono attivi online, vendere su Temu significherebbe anche lavoro aggiuntivo e nuovi processi. “Inoltre bisogna aggiungere altri costi: come il magazzino, la spedizione e l’elaborazione dei resi che saranno ancora eseguiti in Svizzera. Costi che Temu non copre”.
A proposito di costi, quelli dei prodotti proposti su Temu sono bassi, perché la produzione è in Cina. In Svizzera invece i prezzi sono più alti, cosa può significare questo per i negozianti Svizzeri? Dagmar Jenni risponde: “Ogni azienda deve pensare se vuole inserirsi in questo tipo di marketing. Se vuole apparire come un’azienda che straccia i prezzi. Chiedersi ‘cosa significa questo per il mio marchio e cosa significa in generale?’”. E conclude: “Immagino dunque che i rivenditori svizzeri saranno molto cauti nella fase iniziale”.

Niente più pubblicità scorretta di Temu
Telegiornale 18.04.2025, 20:00