Toccare le tradizioni a scuola può scatenare le polemiche. È successo a Lully, nel canton Ginevra, con l’annuncio che al posto della festa della mamma e del papà in classe si celebrerà una festa “per le persone che amiamo”.
L’istituto scolastico ha comunicato alle famiglie che avrebbe fissato una data a metà tra le due classiche ricorrenze previste dal calendario, motivando la decisione in base all’evoluzione in materia di “inclusione di genere e di parità uomo donna”.
Ma le reazioni nelle alte sfere politiche sono state immediate: l’ex consigliere nazionale UDC e ora gran consigliere Yves Nidegger ha denunciato “un dipartimento dell’istruzione sovietizzato” e il presidente del Movimento dei cittadini ginevrini ha definito in un comunicato “inaccettabile la soppressione di tradizioni simpatiche in un’epoca in cui la società ha perso molti punti di riferimento”.
Di fronte alla levata di scudi a destra, la consigliera di stato PLR a capo del Dipartimento dell’istruzione pubblica si è pure distanziata dalla direzione della scuola: rispondendo alla stampa, Anne Hiltpold si dice sorpresa da questa iniziativa locale, che dichiara di non sostenere né nella sostanza né nella forma e chiede all’istituto scolastico di fare marcia indietro e di adeguarsi alla tradizione.
L’Associazione dei genitori di Lully invece per ora non prende posizione, ma chiede lumi alla direzione. La festa della mamma e del papà - fa notare un’insegnante su un giornale locale - è un momento delicato per i bambini che hanno perso un genitore o che vivono situazioni di abbandono o separazione.
In genere i docenti cercano soluzioni individuali suggerendo ad esempio di confezionare il lavoretto per i nonni o altre figure famigliari. Invece una decisione drastica come quella della scuola di Lully, per la responsabile dell’istruzione ginevrina rimane di sola competenza della direzione del dipartimento perché riguarda un tema che implica posizioni politiche e strategiche.