Il Consiglio nazionale ha adottato oggi, giovedì, con 135 voti contro 57, un postulato che chiede al Governo di studiare una norma sui pentiti di mafia da inserire nella legge svizzera. In pochi mesi, è la seconda volta che dal Parlamento arriva una richiesta del genere.
Nemmeno un anno fa, come ha ricordato in aula il consigliere federale Beat Jans, il Consiglio degli Stati aveva già adottato una richiesta analoga presentata dalla sua commissione degli affari giuridici. Il Parlamento, ha sottolineato Alex Farinelli, consigliere nazionale autore dell’atto parlamentare, ha voluto lanciare un segnale; infatti, entrambi i rami hanno dato “al Consiglio federale un compito di approfondire la tematica, e questo non è usuale…”.
Secondo il Consiglio Federale, ed è quanto ha ribadito Jans, una legge sui pentiti violerebbe il principio d’uguaglianza sancito dalla Costituzione, il mafioso pentito beneficerebbe infatti di un trattamento di gran lunga più favorevole rispetto a un “normale” reo confesso.
Farinelli da parte sua ha sottolineato come “la Costituzione venga regolarmente cambiata per adattarla a quelle che sono le evoluzioni della società”. La criminalità organizzata tocca tutta la Svizzera e non solo - come troppo spesso si pensa - il Sud delle Alpi, ha sottolineato ancora Farinelli che giustifica la sua richiesta appoggiandosi alle considerazioni del procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler che in un’intervista aveva proprio auspicato l’introduzione di una norma sui pentiti anche in Svizzera, come già succede in altri paesi. Ma non solo il Ministero pubblico della Confederazione anche la polizia federale, le polizie e le procure cantonali chiedono da anni una legge sui pentiti di mafia.