Molti dei tassisti che fanno capo alla piattaforma Uber scioperano lunedì a Zurigo, per protestare anche per quelle che definiscono cattive condizioni di lavoro. Hanno puntato così il dito contro il calo delle tariffe, che ormai non permetterebbero più di guadagnare salari dignitosi.
Lo sciopero è stato deciso e organizzato dagli autisti stessi e ha trovato l’appoggio del sindacato Syna. Uber è una società statunitense che da qualche anno ha stravolto il sistema dei taxi in molte città del mondo e secondo il sindacalista Daniel Zoricic, interpellato dal nostro Radiogiornale, il problema è che “Uber detta prezzi sempre più bassi”. Zoricic porta anche un esempio: un percorso di 43 chilometri costa 46 franchi, dei quali un quarto va a Uber; va poi dedotta l’IVA e ai conducenti - spesso indipendenti e che devono quindi pagare un leasing e la previdenza per la vecchiaia - non rimane in tasca niente.

Lunedì durante la protesta
Le tariffe, lamentano gli autisti, sono calate anche del 60% negli ultimi due o tre anni. Colpa anche della nuova concorrenza di Bolt, una società arrivata lo scorso anno dall’Estonia. Il sindacalista di Syna chiama quindi in causa anche la politica zurighese e sostiene: “Serve una legge, servono licenze per gli autisti, anche perché a Zurigo ne arrivano molti da fuori cantone, cosa che crea pressione sui prezzi”.
Ci sarebbe inoltre una sentenza del Tribunale federale da far rispettare. Era il 2022 e definiva Uber un vero e proprio datore di lavoro; il che significa: gli autisti non sono indipendenti ma impiegati a cui versare contributi e salari a norma di legge. Sembra funzionare a Ginevra e Berna, grazie all’obbligo di licenze. Non così a Zurigo. Il sindacato Syna medita quindi di organizzare un nuovo sciopero davanti al parlamento cantonale.

Uber e la guerra dei taxi
Patti chiari 17.01.2025, 20:40