Sono stati circa 2’500 i lavoratori edili scesi in piazza, nel primo pomeriggio di lunedì a Bellinzona, per la giornata cantonale di mobilitazione. A fornire i numeri sulla partecipazione sono stati gli stessi sindacati promotori, OCST e UNIA, secondo cui la protesta ha paralizzato l’attività di oltre il 90% dei principali cantieri ticinesi.
Giornate lavorative di 8 ore al massimo, riconoscimento dei tempi di trasferta, aumento e adeguamento automatico del salario: sono le rivendicazioni degli operai che hanno incrociato le braccia in risposta allo stallo dei negoziati per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) e, in Ticino, al mancato avvio di quelli sul CCL cantonale, che, come il CNM, scade alla fine di quest’anno. “Provocazioni” sono state definite le proposte della Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) che i sindacati così riassumono: “Settimane lavorative da 50 ore, trasformazione del sabato in una normale giornata di lavoro, un ulteriore aumento della flessibilità, l’abolizione delle protezioni contro il licenziamento e la diminuzione delle indennità in caso di malattia o infortunio”.
Una risoluzione dei lavoratori, adottata all’unanimità dall’assemblea che si è tenuta questa mattina all’Espocentro, chiede alla SSIC, “maggiore serietà e senso di responsabilità nella ricerca di un accordo sul CNM”.

Il segretario regionale di UNIA Giangiorgio Gargantini
E se si arriverà al vuoto contrattuale, bloccheremo i cantieri, senza preavviso, dalla sera alla mattina. Fino a che riavremo il contratto”, ha tuonato dal palco Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di UNIA Ticino e Moesa e responsabile del settore edilizia, sottolineando la gravità del fenomeno della fuga di manodopera nel settore dell’edilizia, in cui il tasso di uscita è in Ticino il più alto in assoluto di tutti i rami professionali.
“Ormai gli Impresari costruttori hanno smesso di fare gli imprenditori per fare solo i padroni”, ha dal canto suo osservato Paolo Locatelli, responsabile del settore edilizia OCST. “Le loro proposte sono assurde. Vogliono disintegrare la vita sociale dei lavoratori e allontanarli dal settore. Stanno segando il ramo su cui sono seduti”.
Si tratta di una lotta non solo degli edili, ha sottolineato Nicole Rossi, segretaria USS Ticino e Moesa: “È una battaglia di tutte e tutti. Perché ogni volta che un lavoratore difende il proprio diritto, difende anche i diritti degli altri. Oggi tocca a voi, domani toccherà agli insegnanti, al personale infermieristico, ai postini. Ogni volta che un settore alza la testa e incrocia le braccia, apre la strada agli altri”.
Botta e risposta tra Bagnovini e Gargantini
SEIDISERA ha messo a confronto il segretario regionale di UNIA Giangiorgio Gargantini e il direttore della SSSIC-Ticino Nicola Bagnovini. Quest’ultimo non ha negato che, oggi a Bellinzona, ci sia stata “una partecipazione importante, però è anche una violazione importante dell’attuale contratto collettivo che prescrive anche la pace sul lavoro”.
Bagnovini ha criticato anche l’estremizzazione, a suo dire, di aspetti che “assolutamente non sono nelle intenzioni dei datori di lavoro”. Ha quindi definito un “passo avanti” la semplificazione di un contratto diventato “ormai molto complesso, complicato, addirittura controverso per certi aspetti”.
Per Gargantini, invece, “parlare di contratto leggero, quando circa la metà degli attuali articoli vengono stralciati, è ingiusto, ma è anche una menzogna”. La possibilità che, entro fine anno, le parti trovino un accordo a livello nazionale “non sono più alte del 50%”, secondo il sindacalista di UNIA.

SEIDISERA del 20.10.25, il servizio di Francesca Calcagno
RSI Info 20.10.2025, 18:08
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Edilizia in sciopero
Telegiornale 20.10.2025, 12:30

Radiogiornale delle 12.30 del 20.10.2025 - Il servizio di Francesca Calcagno
RSI Info 20.10.2025, 13:23
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