I cantieri sono fermi questo lunedì in Ticino per la giornata cantonale di mobilitazione indetta dai sindacati OCST e UNIA. Epicentro dello sciopero questo pomeriggio alle 13.00 sarà Bellinzona, dove gli operai scenderanno in piazza. ”Ci giochiamo il contratto nazionale mantello - spiega, al microfono del Radiogiornale, Paolo Locatelli, responsabile cantonale del settore edilizia per l’OCST -. Le trattative sono in una fase di stallo. Gli impresari continuano a insistere con rivendicazioni assurde e noi, con la manifestazione di questa mattina in Ticino, apriamo le danze per quella che sarà la mobilitazione nazionale che coinvolgerà le altre capitali cantonali”.
La Società impresari e costruttori - il padronato - vorrebbe un nuovo contratto, perché ritiene che quello attuale, con le sue 150 pagine, sia troppo complicato e complichi la vita anche a chi deve controllare che le regole si rispettino. Per i sindacati UNIA, OCST e Syna l’attuale contratto nazionale mantello non è in discussione, è la base da cui partire con le contrattazioni.
Su questo punto le parti sono però molto distanti. Ma sul tavolo ci sono anche gli orari di lavoro. Secondo gli operai, sono troppo lunghi e non permettono di conciliare vita professionale e familiare. Chiedono quindi l’introduzione di orari più compatibili con la vita privata: 8 ore al massimo al giorno sul cantiere.
Secondo il padronato invece l’orario di lavoro annuale: 2’112 ore, con una media di 40,5 ore alla settimana su cinque giorni lavorativi non va modificato, e anzi, il settore ha bisogno di maggiore flessibilità. Gli impresari edili sostengono quindi che se, per esempio, un cantiere si ferma a causa delle intemperie, il dipendente dovrebbe poter lavorare senza supplemento anche durante un numero limitato di sabati.
Per i dipendenti, invece, gli straordinari del sabato non si toccano e rilanciano: l’impresario deve pagare loro anche il tempo di viaggio mattutino dall’azienda al cantiere dal primo minuto e dar loro un’indennità per la pausa mattutina. Un altro punto di discussione (ancora senza soluzione) è l’adeguamento automatico del salario al costo della vita.
Nel pomeriggio ci si conterà. Ma già questa mattina “la risposta è molto forte”, osserva Locatelli. “Alle 11 il piazzale antistante il capannone è quasi pieno. I datori di lavoro hanno tentato nell’ultima settimana di dissuadere i lavoratori, ma evidentemente non ce l’hanno fatta”.
Edilizia in sciopero
Telegiornale 20.10.2025, 12:30
Radiogiornale delle 12.30 del 20.10.25