Cinque anni e sei mesi di detenzione, l’obbligo di seguire un trattamento ambulatoriale in carcere e l’interdizione a vita di svolgere qualsiasi attività che implichi un contatto regolare con minori. Questa la richiesta di pena avanzata dalla procura a carico dell’ex cappellano del collegio Papio di Ascona, a processo per abusi sessuali su nove giovani.
Spontaneamente l’imputato ha dichiarato a inizio processo che in buona fede pensava che questi massaggi potessero aiutare i ragazzi. «Non era un mio compito: non ero un massaggiatore, non ero un allenatore. Attraverso questa esperienza in carcere ho capito che non dovevo farlo. All’epoca non mi rendevo conto che quei massaggi li facevo per me, ora so che era sbagliato».
Abusi sessuali, sacerdote a giudizio
Telegiornale 14.08.2025, 12:30
In aula il 56enne ha ammesso in buona parte i fatti contestati: massaggi al torace e toccamenti degli organi genitali con l’avambraccio. In alcuni episodi ha però negato ci siano stati questi toccamenti, contrariamente a quanto indicato da alcune vittime e da quanto da lui stesso ammesso in una prima fase dell’inchiesta, ammissione poi ritrattata.
L’uomo, in espiazione anticipata della pena già da mesi, ha parlato di «debolezze» e «distorsioni cognitive» che avrebbero prevalso su una coscienza «debole in quel momento».
Gli episodi imputatigli sono circa una ventina, con nove vittime: cinque maggiorenni e quattro minorenni. Il più giovane aveva 12 anni.
Il processo, a porte chiuse, ha attirato in aula anche rappresentati della stampa nazionale. La sentenza è attesa nel tardo pomeriggio.
RG 12.30 del 14.08.2025