Ticino e Grigioni

Aperta inchiesta contro Fiorenzo Dadò

Le ipotesi di reato sono falsa testimonianza e denuncia mendace - Il deputato lascia la Commissione giustizia e diritti per tutta la durata del procedimento - Il Centro sostiene il suo presidente

  • Oggi, 09:57
  • 2 ore fa
Il deputato Fiorenzo Dadò

Il deputato Fiorenzo Dadò

  • Ti-Press
Di: M.Mar./LP 

Il Ministero Pubblico del Canton Ticino ha aperto un procedimento penale per titolo di falsa testimonianza e di denuncia mendace nei confronti di Fiorenzo Dadò, deputato del Gran Consiglio ticinese. Lo ha comunicato martedì la stessa procura cantonale in una nota. Il deputato e presidente del Centro, intanto, si dimette dalla Commissione giustizia e diritti e rinuncia all’immunità parlamentare per tutta la durata dell’inchiesta.

Questa nasce da una segnalazione contro ignoti pervenuta al Ministero pubblico da parte del Consiglio della Magistratura, come confermato alla RSI proprio dal presidente dell’organo di sorveglianza sui magistrati Damiano Stefani.

Riavvolgendo il filo, nel settembre dello scorso anno Fiorenzo Dadò aveva ricevuto tre fotografie che il giudice Mauro Ermani avrebbe inviato alla propria segretaria, presunta vittima di mobbing. Da lì era scaturita la bufera attorno al Tribunale penale cantonale. All’epoca il deputato presiedeva la Commissione giustizia e diritti e aveva condiviso queste informazioni con i commissari per poi segnalarle al Consiglio della Magistratura.

Il presidente del Centro ha sempre sostenuto che quelle immagini gli fossero giunte in una lettera anonima. Oggi però si ipotizza che conoscesse in realtà l’autore della missiva, circostanza da cui nascono le accuse di falsa testimonianza e denuncia mendace. Un reato, quest’ultimo, che il deputato “contesta fortemente”, cita la nota del suo avvocato, Carlo Borradori. Affermando che fosse anonimo, il suo intento era quello di proteggere l’identità della fonte, spiega sempre il legale.

Nel frattempo l’Ufficio presidenziale del Centro ha fatto sapere tramite una nota, che “conferma la propria fiducia e il proprio sostegno” al suo presidente e spinge la politica cantonale a riflettere “sugli strumenti che consentano a un deputato di esercitare pienamente il proprio ruolo di vigilanza sull’attività dello Stato, tutelando efficacemente le proprie fonti senza esporsi a conseguenze giuridiche gravose”.

03:09
immagine

Notiziario

Notiziario 04.11.2025, 10:00

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare