Ticino e Grigioni

Ascona: il giallo dell’arma

L’uxoricida sostiene di avere acquistato la pistola da uno sconosciuto. Effettuati due sopralluoghi

  • 21.09.2017, 19:01
  • 23.11.2024, 04:13
La polizia sul luogo del delitto di fine giugno

La polizia sul luogo del delitto di fine giugno

  • © Ti-Press / Samuel Golay

Continua l’inchiesta sul delitto di Ascona. Ieri (mercoledì) sono stati compiuti due sopralluoghi. Il 54enne macedone, in carcere con l’accusa di assassinio, è stato scortato sia a casa sua, sia nel bar di Losone dal quale osservava, dopo la loro separazione, l’appartamento della moglie. L’uxoricida sostiene infatti che l’avrebbe sorvegliata da lì, senza violare le distanze impostegli a suo tempo dal pretore.

Dalle indagini emergono anche nuovi dettagli sulla pistola che l’imputato (difeso da Niccolò Giovanettina) utilizzò il 23 giugno scorso per uccidere la donna e con cui tentò poi di togliersi la vita. Dopo avere sparso la voce che cercava un’arma – ha raccontato agli inquirenti – venne contattato da una persona. Lo scambio tra la pistola e i soldi (mille franchi) sarebbe avvenuto in forma anonima, usando la sua bucalettere. Gli accertamenti disposti sui tabulati telefonici del 54enne sono tuttora in corso.

Francesco Lepori

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