La tragedia avvenuta al centro acquatico di Balerna poteva essere evitata. Lo ha stabilito l’inchiesta penale, che settimana scorsa è sfociata in un decreto d’accusa per omicidio colposo.
Era il 27 ottobre del 2013 quando un bambino di 10 anni annegò nella piscina degli adulti, dopo aver cercato di recuperare la palla con la quale stava giocando. La donna che lo aveva in custodia, allertata dalla sorella, si buttò per cercare di salvarlo, ma ormai era tardi. Il bimbo morì nelle ore successive al Kinderspital di Lucerna.
La cittadina di origine eritrea, a cui il padre aveva affidato il figlio, non avrebbe dovuto perdere di vista il piccolo. Venne meno, insomma, ai suoi doveri di sorveglianza. Da qui il decreto, con il quale il procuratore pubblico Andrea Gianini ha proposto una pena pecuniaria sospesa e il pagamento di una multa. La condanna è destinata a diventare definitiva. Il legale della donna, l’avvocato Daniele Iuliucci, ha infatti già annunciato che non impugnerà la decisione.
Francesco Lepori