In Italia si è aperto il dibattito su i reali risultati raggiunti dalla “Voluntary Disclosure”, provvedimento del Governo Renzi che ha permesso di far emergere e regolarizzare con il fisco capitali non dichiarati detenuti all’estero per circa 60 miliardi di euro. Il 70% del gettito dichiarato, secondo quanto dichiarato dal Ministero Economia e Finanze, proviene dalla Svizzera per una cifra di 41,5 miliardi di euro.
Capitale dichiarato, ma non tutto rientrato per effetto del cosiddetto rimpatrio giuridico. Della serie: “Denuncio i capitali, pago le tasse ma tengo i soldi oltre la frontiera”. Seguono il Principato Di Monaco (7,7%), Bahamas (3,7%), Singapore (2,3%), Lussemburgo (2,2%) e San Marino (1,9%). Un dato, questo, non indifferente che attiene alla volontà della Confederazione di operare secondo precisi accordi internazionali.
Alcune cifre
Al 30 novembre il “montepremi”, il gettito della regolarizzazione entrato nei forzieri italiani è circa di 3,8 miliardi di euro con 129’565 domande presentate, un dato in difetto come dichiarato da Alessandro Galimberti, giornalista ed esperto di fiscalità internazionale del quotidiano economico finanziario “Il Sole24Ore”.
Questa somma impone delle riflessioni, a cominciare dal fatto che, nel complesso, quasi una dichiarazione su due è stata inoltrata da persone residenti in Lombardia e quindi molto probabilmente “vicina” alla piazza finanziaria ticinese. Nella vicina regione italiana le istanze presentate sono state 63’580 ed hanno svelato al Fisco italiano poco meno di 27 miliardi di euro. Altre cifre curiose riguardano la fascia di età di coloro che maggiormente hanno aderito in Italia alla Voluntary: 54’811 hanno dai 50 ai 70 anni e ben 40.413 hanno oltre i 70 anni. Una dimostrazione, per Galimberti, che si tratta di risparmi accumulati nel tempo. Ancora, 3'297 persone hanno fatto emergere capitali per meno di 300 euro.
I dati diffusi dall'Agenzia delle entrate
Mantenuti in Svizzera capitali considerevoli
Secondo l’analista italiano l’uscita di capitali dagli istituti svizzeri e ticinesi, non deve necessariamente destare preoccupazioni poiché “non si tratta della fine di nulla, è solo l’inizio di un nuovo modo di curare gli investitori stranieri”.
Da più parti i 60 miliardi di euro rientrati in Italia sono considerati "un bel bottino" ed è quello che si attendeva l’Agenzia delle Entrate. “Il rimpatrio giuridico rappresenta tre quarti dell’intero ammontare, vuol dire che circa 45 miliardi sono rimasti all’estero e secondo una stima in Svizzera sono rimasti almeno 35 miliardi. In Italia è quindi rientrato poco”, aggiunge dal canto suo Galimberti.
Per il giornalista italiano la piazza finanziaria svizzera, ed il sistema amministrativo, si sono attivati da circa un anno e mezzo perché questa operazione di emersione non avesse effetti nefasti e sono riusciti nel loro intento. Altre piazze finanziarie, per contro non sono riuscite a sfruttare a loro favore questo cambiamento nella gestione dei patrimoni e dei capitali a livello internazionale.
Simone Della Ripa