Falsa testimonianza e denuncia mendace: sono queste le ipotesi di reato formulate martedì dal Ministero pubblico nei confronti del granconsigliere Fiorenzo Dadò, nel quadro della vicenda che nel 2024 ha mandato nel caos il Tribunale penale cantonale. Dadò, tramite una nota del suo avvocato, ha fatto sapere di contestare le accuse di denuncia mendace.
In questo contesto non è mancata una reazione tempestiva del Centro, che, con una nota dell’Ufficio presidenziale (UP), ha confermato il proprio sostegno al suo presidente. SEIDISERA ha contattato Giorgio Fonio, membro dell’Ufficio presidenziale del Centro e consigliere nazionale, per discutere la posizione del partito in questa situazione.
“È assolutamente da escludere una richiesta di dimissioni a Fiorenzo Dadò” da presidente del partito, ha spiegato Fonio, poiché “gode della totale fiducia dell’Ufficio presidenziale del Centro. Il deputato “si è dimesso spontaneamente dalla Commissione giustizia”, e “ha rinunciato all’immunità parlamentare”, inoltre “nella sua attività come parlamentare, ha voluto salvaguardare l’identità di una fonte”.
Per questo motivo il presidente del Centro “da oggi è oggetto di un procedimento penale; quindi, questo deve in qualche modo interrogare la politica”, perché “dal momento in cui il deputato, nello svolgimento della sua carica, decide di portare all’attenzione di chi di dovere una situazione di prova di un procedimento penale, qualcosa nella legge probabilmente dovrà essere modificato”.
Si potrebbe quindi arrivare a chiedere che i deputati vengano coperti dall’immunità parlamentare anche rispetto alla fattispecie della protezione delle fonti? “La domanda che ci si potrebbe porre è: in futuro quale deputato vorrà ancora assumersi questa responsabilità, se poi ci si ritrova a dover affrontare comunque un procedimento penale?”

Procedimento penale contro Dadò
Telegiornale 04.11.2025, 12:30
SEDISERA DEL 04.11.2025





