Oltre 100 chili di cocaina sequestrati e un netto aumento delle persone arrestate. I 30 kg di stupefacente intercettati a inizio dicembre a Novazzano, e i 40 kg scoperti negli scorsi giorni a Capolago non ingrossano soltanto le statistiche di polizia, ma sollevano interrogativi. SEIDISERA ne ha parlato con Alberto Marietta, capitano del servizio antidroga della polizia cantonale.
“Evidentemente il consumo di cocaina è aumentato in tutta Europa, è un dato di fatto - esordisce l’ufficiale -. Dunque questa cocaina va spostata, va traslata tra una nazione e l’altra. Questo comporta dei rischi. Più cocaina devo spostare, più cresce il rischio di essere intercettato soprattutto ai valichi di frontiera”.
Negli ultimi anni la quantità di cocaina sequestrata nei porti del Nord Europa è esplosa. Gli ultimi 40 chilogrammi, però, provenivano da sud e non è un caso isolato. “Una volta le organizzazioni - ricorda Marietta - usavano maggiormente i porti a nord dell’Europa. Le statistiche parlano chiaro Gioia Tauro è un porto molto gettonato e tra i primi in tutta Europa, così come i porti spagnoli. Dunque le organizzazioni, a dipendenza delle opportunità, fanno arrivare i carichi dove meglio ritengono in quel momento”.

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Per ora è troppo presto per dire con precisione origine e destinazione della cocaina degli ultimi due sequestri, lo dovranno chiarire le inchieste in corso. Quando ci sono questi grossi sequestri, però, si dice sempre che non è droga per il Ticino, ma che è in transito. Ci sono modus operandi diversi, come spiega Marietta: “Constatiamo che il traffico attuale in Ticino è gestito da ‘cavallini’ albanesi che ricevono dei piccoli quantitativi ogni volta. È per questo che noi abbiamo la presunzione di dire che il grosso quantitativo non è destinato al Ticino, perché noi dall’Italia riceviamo dei piccoli quantitativi così che il corriere rischia di ricevere delle sanzioni meno pesanti”.
I “cavallini” albanesi però sono l’ultimo anello di una catena che porta alla mafia calabrese. “Le recenti inchieste internazionali permettono di dire che a condurre ancora i grossi traffici c’è sempre la ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta che poi, a dipendenza del Paese dove deve poi smerciare, si affida ad organizzazioni differenti. In Ticino c’è l’organizzazione diretta dall’Albania che invia qui i ‘cavallini’ che effettuano la maggior parte dello spaccio”.
Si tratta quindi di organizzazioni potenti e soprattutto ricche. Con questi sequestri si riesce a colpirle, a far male o si gratta la superficie? “Ci siamo già riusciti in passato. Di recente abbiamo ottenuto l’estradizione di un personaggio che dirigeva dall’Albania uno di questi traffici. A volte abbiamo dei bei successi anche noi”.

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